Quanto accaduto domenica 11 settembre al termine di Juventus-Salernitana, sfida finita 2-2 tra la rabbia dei padroni di casa – al 96′ rosso diretto a Cuadrado, doppio giallo a Milik ed espulsione anche per l’argentino Fazio – ha riacceso le polemiche sull’utilizzo del VAR.
A destare stupore è stato proprio il comunicato dell’Aia, che il giorno successivo alla gara, per motivare la mancata individuazione della posizione di Candreva – se verificata avrebbe probabilmente portato alla convalida del 3-2 segnato da Milik e annullato per offside di Bonucci – ha emesso una nota nella quale si leggeva: “Non avevamo le immagini che mostravano la posizione di Candreva».
Insomma, l’arbitrato Marcenaro di Genova e il VAR Banti di Livorno, non avrebbero avuto a disposizione un frame garantito per stabilire dove fosse l’ex giocatore della Sampdoria, condizione necessaria per modificare una decisione presa in campo dal primo arbitro.
Come noto, per volontà dell’allora presidente FIGC, Carlo Tavecchio, la VAR venne introdotta in Serie A nella stagione 2017-18. Ma come funziona questo strumento nato per correggere i “chiari ed evidenti” errori commessi dal primo arbitro?
Dal 6 agosto 2021, la normativa prevede che le 10 gare della massima serie vengano divise in tre fasce: le partite top, gruppo A, avranno 18 telecamere; quelle medie, gruppo B, 16; per scendere a 12 del filone di sfide “mediocri”.
La telecamera tattica costa 20000 euro a gara: i club ci hanno rinunciato
Ma quanto costa mantenere questo livello di tecnologia ai club di serie A, ovvero alla Lega Calcio? Secondo La Gazzetta dello Sport i costi di produzione ammonterebbero a circa 32-33 mila euro per la categoria C, 42-43 mila per la B e 52-53 mila per la A.
A questi occhi telematici andrebbero aggiunte la Glt (Goal Line Technology), obbligatoria perché serve a rilevare se una palla è entrata o meno in porta (vedi 1-1 di Kim in Lazio-Napoli, ndr), nonché la cosiddetta telecamera tattica, ovvero quella che riprende tutto il prato verde.
La telecamera tattica però ha due difetti: a causa della sua risoluzione bassa viene utilizzata per le statistiche; ha un costo che si aggira sui 20000 euro per match.
Proprio l’alto costo avrebbe indotto quindi i presidenti della massima serie a rinunciare al suo utilizzo, convinti forse che le altre telecamere potessero offrire un servizio full-optional. A Torino non è andata così, anche se gli addetti ai lavori sostengono che anche nel match oggetto del “fattaccio” si potesse utilizzare una strada alternativa.
Se devi decidere su un fuorigioco, il primo arbitro o VAR che sia, deve essere certo di non avere calciatori fuori quadro. Perché a nessuno è venuto in mente di contare gli atleti presenti nei frame utilizzati per sancire l’offside? Contandoli si sarebbe capito che qualcuno mancava e forse utilizzando un’altra telecamera si poteva chiedere di tirare una linea e stabilire se Candreva tenesse o meno in gioco Bonucci. Ma questa è una storia che forse nessuno ci spiegherà mai. Aia docet.