Nelle scorse ore la Spagna ha salutato lo scrittore e giornalista Javier Marias. Noto per i suoi i libri e per il suo amore nei confronti del Real Madrid. Passione che lo ha anche portato a scontarsi con toni forti nei confronti dell’ex allenatore delle Merengues.
Triste scomparsa nel mondo della letteratura spagnola, poche ore fa è venuto a mancare Javier Marias Franco. Aveva 70 anni. Scrittore, giornalista e saggista autore di diversi libri e noto in patria anche per essere stato un grande tifoso del Real Madrid.
Spesso e volentieri, infatti, nel corso della propria carriera ha commentato le vicende dei Blancos attaccando anche duramente l’operato di alcuni allenatori. Indimenticate le sue parole scritte qualche anno fa, quando si rivolse con con toni piuttosto aspri nei confronti di José Mourinho. Il tecnico portoghese ha allenato le Merengues dal 2010 al 2013, incassando più di qualche critica da parte degli addetti ai lavori.
“Uno sciamano da sagra”: così parlo Javier Marias
Era il 2010 quando Marias firmava un articolo apparso su El Pais Semanal e intitolato “Uno sciamano da sagra”. Nel pezzo non è stato risparmiato nessuno, nemmeno il presidente Florentino Perez. Accusato dal giornalista di aver affidato il club nelle mani di una figura discutibile: “Florentino Perez sarà una lince nei suoi affari ma sta dimostrando di essere un uomo poco intelligente per essersi consegnato a uno sciamano da sagra come Mourinho, uno ancora meno intelligente di lui”.
Parole che risultano tonanti ancora oggi. Nel prosieguo del pezzo, l’ex giornalista contestava il comportamento del portoghese nei confronti di un club prestigioso come quello madridista: “Un individuo che non sa di calcio, che tratta il Madrid senza garbo, che non ha scrupoli nel tradire una tradizione secolare e nel sporcarlo con una macchia che sarà difficile cancellare. Non può essere che uno debba vergognarsi della propria squadra, nel campo e fuori”.
Considerazioni forti che non sono rimaste circoscritte al solo terreno di gioco: “Un allenatore onnipotente, onnipresente, rissoso, un lagnoso che accusa sempre gli altri, un individuo dittatoriale, insudiciatore, intrigante, soporifero nelle sue dichiarazioni, cattivo perdente”.
Il tempo passa, gli errori restano
Insomma, parole dure che non sono invecchiate poi così male. Ancora oggi il tecnico, attualmente alla guida della Roma, sembra non aver messo da parte certi difetti. Nemmeno in questi due anni sulla panchina dei giallorossi sono infatti mancate le polemiche nei suoi confronti.
Troppo spesso l’allenatore nato a Setubal ha fatto passare in secondo piano il cattivo gioco dei suoi puntano i riflettori addosso all’operato degli arbitri. Con la differenza che in Italia quasi nessuno ha trovato il tempo di mettere in discussione il suo cammino.