Ciro Immobile è il faro della Lazio e con i suoi gol, da anni, trascina la squadra biancoceleste. Nelle ultime ultime tre stagioni, però, anche il classe ’90 ha accusato un calo: il dato
L’anima della Lazio ha un nome e cognome: Ciro Immobile. Il bomber di Torre Annunziata si conferma certezza in zona offensiva e contro la Cremonese ha messo a segno una doppietta che lo ha proiettato a -1 dalla Top 10 della classifica All-Time dei marcatori della Serie A.
Il capitano biancoceleste ha realizzato ben 187 reti in carriera in Serie A e qualora nella prossima sfida contro lo Spezia dovesse entrare nel tabellino dei marcatori agguanterebbe Gilardino, Del Piero e Signori a quota 188 (ovviamente se dovesse realizzare una doppietta o più di approprierebbe del 10° posto in solitaria).
I numeri di Ciro Immobile sono – senza dubbio – straordinari, ma anche lui inizia a fare i conti, inevitabilmente, con la carta d’identità. Nelle ultime tre stagioni, inoltre, ha fatto registrare un calo non di poco conto che non può passare inosservato.
Immobile è il titolare indiscusso della Lazio e la società in estate ha deciso di non acquistare un altro centravanti di ruolo per affidarsi, in caso di necessità, a Pedro o Felipe Anderson “falso 9”. In alternativa, nel ruolo di centravanti, può essere adattato anche Matteo Cancellieri.
Il classe 2002, però, nasce come esterno offensivo e in queste prime partite stagionali non è mai stato schierato titolare: insomma è un calciatore che deve ancora “farsi” e che, nonostante le indubbie qualità tecniche e fisiche, resta un’incognita.
Immobile, giocando praticamente sempre, nelle ultime stagioni ha perso un po’ di lucidità nei minuti conclusivi della gare. Un dato che non può passare in sordina e lo stesso Immobile, al termine del match contro la Cremonese, ha in qualche modo spiegato di aver fatto fatica nel secondo tempo dopo 7 gare giocate consecutive in cui è stato spremuto.
Queste, nello specifico, le sue parole ai microfoni di DAZN: “Mi piacerebbe avere un vice, soprattutto negli ultimi 20 minuti. Avrei potuto fare più gol ma le gambe erano diventate pesanti e vedevo la porta più piccola. Il campo era bello ma un pò secco, mi rode perchè volevo portare il pallone a casa”.