Correva l’anno 2020, mese dicembre, quando la Procura di Avellino aprì un’indagine che a distanza di quasi tre anni, vede come unico indagato per frode e falso in pubbliche forniture, il presidente del cda di Futura Diagnostica (FD), Massimiliano Taccone. FD rappresenta il laboratorio che La Lazio ha scelto per processare i tamponi inerenti le gare della massima serie, mentre per le competizioni europee la Uefa aveva affidato le analisi ad una società unica, la Synlab.
La vicenda nasce prima di Lazio-Juventus, in programma l’8 novembre 2020, settimo turno della serie A. Il presidente Claudio Lotito, per certificare la validità dei tamponi effettuati dal laboratorio irpino, la FD appunto, manda i reperti anche al Campus Biomedico di Trigoria, struttura che invece certifica la positività di Leiva e Immobile, che quindi non giocheranno con la Vecchia Signora, gara che terminerà 1-1 grazie al gol di Caicedo al 90’+4′.
Gli inquirenti irpini non hanno mai iscritto la Lazio né alcun suo tesserato nel registro degli indagati, ma con i biancocelesti nel mirino, si sa, è più facile avere visibilità per un’inchiesta legata alle modalità in cui allora, in pieno Covid, si effettuavano analisi sulla salute della gente. Lotito viene ascoltato come persona informata dei fatti, niente da rilevare. Brutti pensieri aleggiano, se la Lazio non è indagata e si cerca di capire se il laboratorio commette azioni illecite, perché gli unici tamponi controllati sono quelli di Immobile&Co e non di altri clienti che affollano i locali di FD?
Considerato che di ciccia non ce n’è molta, dopo la prima proroga di sei mesi per chiudere le indagini preliminari a giugno 2021, a dicembre 2021 gli inquirenti irpini ottengono un secondo rinvio, sei mesi che sarebbero scaduti a luglio 2022.
La Procura, coordinata dal procuratore reggente Vincenzo D’Onofrio, insieme con i tre sostituti Luigi Iglio, Vincenzo Toscano e Teresa Venezia, al momento non ha depositato alcun avviso di conclusione indagini, né si registrano richieste di archiviazione.
Ma cosa è successo in questi 18 mesi? Il 6 dicembre 2020 venne depositato l’esito della prima consulenza della dottoressa Maria Landi – perito indicato dagli inquirenti irpini – sui 95 tamponi prelevati il 6 novembre 2020 a Roma prima di Lazio-Juventus.
Gli inquirenti, all’epoca, ipotizzarono che alcuni tamponi processati da FD non appartenessero ai giocatori biancocelesti, tanto che nel marzo 2021 fu disposto un incidente probatorio su tre reperti di Rna che FD a inizio dicembre 2020, mandò al laboratorio MeriGen di Napoli per verificare l’eventuale positività di Immobile, Strakosha e Leiva. Parallelamente la dottoressa Marina Landi effettuò l’accertamento sui sette estratti di RNA, provenienti dal suddetto gruppo dei 95 tamponi. Dalla prima perizia emersero 18 positività in più rispetto a quelle processate da FD, di queste però 13 erano già risultate positive in precedenti test del laboratorio di Avellino, a dimostrare che non c’era volontà di occultare alcunché.
Nello specifico, giova ripetere, il procuratore reggente Vincenzo D’Onofrio aveva disposto l’incidente probatorio per verificare che il materiale genetico presente nei tre estratti di RNA fosse dei tre giocatori. I tre biancocelesti acconsentirono al prelievo del Dna, pur non essendo indagati.
L’esame – condotto dalla perita scelta dalla Procura, la professoressa Paola Salvatore, Ordinaria di Microbiologia e Microbiologia clinica, Scuola di Medicina, Università degli Studi di Napoli Federico II, alla presenza del perito di FD, la dottoressa Marilina Scalona – si concluse con un nulla di fatto, ovvero il Dna presente nei reperti apparteneva ai tre giocatori.
Ma ad Avellino non mollano l’osso e a inizio 2022 la Procura dispone l’ultima consulenza, stavolta per verificare se ci sono difformità nel processare ai tamponi. I risultati arrivano prima dell’estate: tutto regolare, niente da segnalare.
Trentasei mesi, tre perizie e il capitano della Lazio sbattuto sulle prime pagine della Gazzetta dello Sport come presunto complice di un raggiro, senza essere neanche indagato, come la Lazio.
Il tempo è galantuomo, questa storia finirà e qualche presunto direttore dovrebbe chiedere scusa. Ma non accadrà.