Un avvio di stagione da titolare fisso nella Lazio. Manuel Lazzari, dopo le difficoltà di un anno fa, lo confermano i numeri, sta diventando sempre più un uomo chiave dei biancocelesti. Maurizio Sarri attende il rientro post infortunio, e il tecnico toscano non è l’unico a seguirlo.
Manuel Lazzari ha fatto innamorare tutti con le sue discese sulla fascia destra. Dai tifosi, fino a mister Maurizio Sarri. Eppure l’ex Spal nel corso della passata stagione aveva palesato più di un dubbio sul cambio di ruolo. Da esterno a tutta fascia con Simone Inzaghi e il suo 3-5-2 a terzino nel 4-3-3 del Comandate e un raggio d’azione che, inevitabilmente, doveva arretrare.
Alla fine Lazzari si è convinto, ha lavorato in base alle richieste dell’attuale allenatore biancoceleste ed ora è uno dei punti fermi di questa Lazio. Eppure la scintilla tra il calciatore e l’ex tecnico di Napoli, Chelsea e Juventus non era scattata subito. All’inizio della passata stagione i numeri recitavano: 11 subentri e 3 gare intere in panchina.
Tutto faceva pensare a una sua possibile partenza, si era parlato di Torino e Atalanta. Poi però la gara dell’Arechi, contro la Salernitana, ha cambiato tutto. Entra al 59’ della ripresa e sette minuti dopo segna il 3-0 con tanto di esultanza polemica nei confronti dell’allenatore. Una liberazione, apprezzata anche da Sarri, come ha ammesso ai microfoni di DAZN il tecnico della Lazio alla domanda sulla reazione al gol di Lazzari. Partita spartiacque: 10 presenze da titolare in 13 incontri, dopo il match con i granata.
Il presente invece racconta del suo inizio di stagione da protagonista, sempre su e giù sulla fascia destra. Sei presenze in campionato, tutte da titolare e in due occasioni Sarri lo ha lasciato in campo per tutti i 90′. Un assist, quello che ha portato all’autogoal di De Silvestri in Lazio-Bologna, alla prima giornata di campionato.
In Europa, con il Feyenoord, è rimasto a guardare i suoi compagni giocare, dalla panchina. Assente in Danimarca per il problema al flessore che lo ha fermato nella gara interna con l’Hellas Verona. Problema che gli ha fatto saltare anche la Nazionale. Sì perché il nuovo ruolo da terzino lo ha portato anche all’attenzione di Roberto Mancini, che lo ha già convocato in altre occasioni ed era anche sceso in campo a Wembley, contro l’Argentina.