La Lazio vuole di più da Marcos Antonio. Il brasiliano ha giocato poco ma ha dato buona prova di sé. Sarri, tuttavia, spera che il centrocampista possa crescere ancora fino a diventare il punto di riferimento nella regia del suo già collaudato 4-3-3.
Periodo di sosta per la Lazio che proprio questa mattina ha svolto l’ultimo allenamento settimanale. Due giorni di riposo concessi ai biancocelesti prima di iniziare con i preparativi anti Spezia. La prossima settimana, infatti, torneranno a disposizione di Maurizio Sarri anche gli otto calciatori convocati dalle varie nazionali.
Tra questi, c’è anche Ciro Immobile. Finito out per un problema muscolare e non convocato nella sfida di Nations League contro l’Inghilterra. Doveva essere lui a guidare l’attacco azzurro ma alla fine il centravanti partenopeo ha dovuto dare forfeit. Nelle prossime ore dovrebbe sottoporsi a visite mediche con la speranza di tornare a disposizione il prima possibile.
Marcos Antonio studia da Sarri: il centrocampo lo attende
Tra quelli rimasti a lavorare a Formello, spicca senza alcun dubbio il nome di Marcos Antonio. Di tutti i nuovi acquisti, il suo è forse il nome che ha destato maggiore curiosità durante l’ultima finestra di calciomercato.
Arrivato nella Capitale come sostituto di Lucas Leiva, almeno numericamente visto che le caratteristiche dei due brasiliani sono ben diverse, il tecnico in questo avvio di stagione gli ha praticamente sempre preferito Danilo Cataldi. Già collaudato negli schemi del mister.
In questo periodo di lavoro a ranghi ridotti, Sarri ha lavorato personalmente con l’ex Shakhtar Donetsk per insegnarli i suoi dettami. Il classe 2000, nonostante la giovane età, ha già avuto modo di farsi le ossa e di giocare anche in importanti competizioni come la Champions League. Tuttavia, andare a ricoprire un ruolo nevralgico come quello di regista di centrocampo nel 4-3-3 di Sarri è tutta un’altra storia. Ed è perciò giusto che il tecnico, prima di gettarlo definitivamente nella mischia, capisca bene cosa il calciatore ha da offrirgli.
Piedi buoni sì, ma non un ruba palloni
Fin qui, quando è stato chiamato in causa, Marcos Antonio ha dato buona prova di sé. Dimostrando di conoscere certe geometrie e di avere confidenza quando ha il pallone tra i piedi. Dando uno sguardo ai numeri del ventiduenne, la sua caratteristica migliore è sicuramente quella relativa ai passaggi: dei 96 palloni fatti viaggiare, ben 87 sono stati consegnati ai propri compagni. Ciò significa che solo 9 di questi non sono andati a buon fine.
Se quando si tratta di giocare palla al piede il centrocampista sa il fatto suo, ci sono invece meno certezze se si chiede a Marcos Antonio di andare a recuperare la sfera. Nel 117 minuti giocati, da dividere in quattro apparizioni di cui solo una da titolare, il brasiliano ha recuperato 8 palloni e ne ha persi 13. Ciò testimonia quanto il suo modo di stare in campo sia assolutamente diverso da quello dell’ex biancoceleste suo connazionale. Anche perché il mister, a più riprese, ha confessato che per farlo giocare ha bisogno di mandare in campo un centrocampo ben strutturato.