Erling Haaland, attualmente in forza al Manchester City di Pep Guardiola, potrebbe un giorno giocare in Serie A. A riferirlo è il padre dell’asso norvegese, Alf Haaland. I tifosi italiani sognano.
Avere in squadra Erling Haaland sarebbe il sogno di ogni allenatore. Una macchina da gol inesauribile capace di fare le fortune di ogni squadra. Ne sanno qualcosa Salisburgo e Borussia Dortmund e ne sanno sicuramente qualcosa, ora come ora, tifosi e addetti ai lavori del Manchester City che in primavera ha sborsato la bellezza di 60 milioni di euro per portarlo in Inghilterra.
Un giocatore, Haaland, giovanissimo (è un classe 2000) ma capace di realizzare già 223 gol in carriera tra club e selezioni della nazionale norvegese. In Premier League, dove ha giocato appena sette partite, è già andato in doppia cifra raggiungendo quota 11 gol e comandando la classifica cannonieri davanti ad attaccanti eccellenti come Aleksandar Mitrovic ed Harry Kane, entrambi fermi a quota sei.
Volendo fare un discorso prettamente calcistico, in relazione alla nostra Serie A, siamo sicuri che Haaland sarebbe in grado di fare bene tanto nel Monza, nel Lecce o nella Cremonese, quanto nel Milan, nell’Inter o nella Juventus. Un giocatore devastante come lo scandinavo potrebbe infatti tranquillamente portare avanti da solo gli attacchi di tutte e 20 le squadre del nostro campionato.
La domanda che sorge spontanea, di fronte a quanto detto da Haaland Sr, è però la seguente: quali squadre italiane possono permettersi l’ingaggio dell’ex Salisburgo e Borussia Dortmund? La risposta è semplice. Nessuna. Almeno per il momento. Il Manchester City lo ha pagato 60 milioni di euro la scorsa primavera col valore di mercato del norvegese già schizzato a 150 milioni.
Una cifra, questa, che da sola supera il valore di mercato delle rose di almeno dieci squadre di Serie A. E se al valore di mercato aggiungiamo lo stipendio da 30 milioni netti di euro all’anno che Haaland percepisce in Inghilterra è facile comprendere come le possibilità di vederlo in Italia in tempi brevi siano pressoché nulle.