Archiviata la vicenda elezioni, con il seggio ottenuto in Senato grazie alla strabordante vittoria in Molise, chiarita la querelle Immobile-Nazionale, con i cattivi pensanti finiti nell’angolo, il presidente della Lazio Claudio Lotito, è tornato nel ring più frequentato, quello dei saloni del calcio che conta.
L’imprenditore capitolino è protagonista di un confronto acceso nella Lega di serie A in merito ad una proposta che, secondo la Repubblica, a breve dovrebbe arrivare a Via Rosellini dal fondo Carlyle, società internazionale USA con un patrimonio complessivo di circa 203 miliardi di dollari nel portafoglio, che metterebbe sul piatto due miliardi di euro.
Come noto, molti “big” club della massima serie non navigano in buone acque, Roma e Inter su tutte, per cui una boccata d’ossigeno farebbe comodo a molti, non solo alle società con bilanci pericolanti. Legata alla vicenda fondi c’è inevitabilmente quella dei diritti tv, da anni e con pesante distacco, la prima posta alla voce ricavi; una volta quanto introitato da chi irradiare le immagini bastava almeno a coprire il monte ingaggi, ora non è più così.
Serie A e Diritti tv: si pensa ad un canale della Lega, ma per realizzarlo c’è chi vorrebbe l’ingresso di un Fondo
L’attuale intesa tra i club della massima serie e i network (Dazn e Sky su tutti), ha garantito 927 milioni fino al 2024, una cifra difficilmente riproponibile nel triennio che finirà nel 2027. Da questa considerazione, la determinazione di creare un canale di proprietà della Lega di A che possa vendere direttamente le immagini, massimizzando in tal senso i guadagni. L’unica controindicazione resterebbe l’investimento da effettuare all’inizio, perché ovviamente chi compra i diritti paga cash, tirare su un canale che offra prodotti di livello avrebbe un costo significativo da ripartire tra i 20 club di A.
Proprio per finanziare questo progetto, la battaglia dialettica su Fondo sì-Fondo no sta prendendo quota. Il presidente Lorenzo Casini ha aperto questo fronte, ricevendo manifestazioni di interesse che saranno vagliate da una delegazione composta da diversi presidenti. Ovviamente, un Fondo che entrasse mettendo due miliardi nel piatto, come nel caso della statunitense Carlyle, vorrebbe qualcosa in cambio. Tra le ipotesi di cui si è già discusso, in primis quella di cedere al nuovo “socio” una cifra di circa il 10% della produzione della Lega di A, ma per farlo a Via Rosellini dovrebbero creare una media Company da cui poi scorporare il suddetto 10%. Infine, sempre Carlyle vorrebbe la facoltà di nominare un amministratore nel board della Lega, accettando anche un profilo indicato dalla serie A. Al momento la maggioranza vuole ascoltare le manifestazioni di interesse, in tre hanno detto no: il presidente della Lazio Claudio Lotito; il suo omologo napoletano Aurelio De Laurentiis; il dg della Fiorentina, Joe Barone.