Dejan Stankovic si carica subito la Sampdoria sulle spalle. Il neo tecnico blucerchiato carica l’ambiente in vista della trasferta di Bologna. Obiettivo: risalire la china dopo gli appena due punti conquistati nelle prime otto partite di campionato.
Arrivato da poche ore sulla panchina della Sampdoria, dopo l’esonero di Marco Giampaolo, Dejan Stankovic si è subito caricato squadra e società sulle spalle garantendo impegno e determinazione a partire dall’importantissima trasferta di domani sera, allo Stadio Renato Dall’Ara, contro il Bologna di Thiago Motta. L’obiettivo del tecnico serbo è ovviamente quello di rivitalizzare un ambiente angosciato per quanto fatto nelle prime otto giornate di campionato.
Otto giornate nelle quali i blucerchiati sono stati capaci di conquistare appena due punti (pareggi contro Juventus e Lazio), sui 24 a disposizione, e di incassare ben sei sconfitte di cui alcune pesantissime contro Salernitana (4-0) e Monza (0-3). Con soli 4 gol realizzati e addirittura 16 subiti, che fanno della squadra il peggior attacco e la peggior difesa della Serie A, Stankovic dovrà ridare fiducia a un gruppo che, visti i valori della rosa, non merita certamente l’ultima posizione in classifica. Dal punto di vista dialettico, l’ex centrocampista di Lazio e Inter ha già fatto capire di che pasta è fatto, ora la parola passa al campo.
Stankovic: “Qui per la storia della Sampdoria, non per i punti in classifica”
Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, Dejan Stankovic ha parlato del perché abbia deciso di sposare la causa blucerchiata:
“Non sono venuto qui per la posizione in classifica che occupa la squadra. Sono venuto alla Sampdoria perché noi in Serbia siamo cresciuti con la Sampdoria di Boskov prima e quella di Jugovic e Mihajlovic poi. Abbiamo seguito il fantastico cammino della squadra in Coppa dei Campioni. Infatti ancora mi dispiace quando penso a che peccato sia stato non poter fare il raccattapalle in quella famosa partita che i blucerchiati vinsero 1-3 a Sofia contro la Stella Rossa.”
Proseguendo, Stankovic ha illustrato quella che dovrà essere la mentalità dei suoi giocatori da adesso in poi:
“Ci sarà da soffrire. Chi non sa soffrire non sa nemmeno gioire e vincere. Ho visto la squadra, ma va cambiata la mentalità. Ci sono modi e modi anche per perdere. Non dobbiamo spaventarci di quanto sia forte l’avversario, ma dobbiamo sapere cosa stiamo difendendo. L’orgoglio è importante e non ha prezzo. Ovviamente non faccio promesse, ma la mia grinta e la mia cattiveria possono diventare lo specchio della squadra”.
In conclusione, Stankovic ha quindi dichiarato come ogni partita, riprendendo parole del suo ex allenatore, Mourinho, siano finali che come tali vanno vinte:
“Ogni partita dev’essere una finale e come diceva Mourinho le finali vanno vinte, non semplicemente giocate. Andiamo a Bologna ad affrontare una squadra che, come noi, non se la sta passando bene. Pensiamo a noi stessi e ad andare in campo per fare bene”.