Per Sportweek, Juan Sebastian Veron ha composto la formazione dei suoi sogni. Nell’undici titolare ideale dell’argentino ci sono tanti ex compagni dei tempi della Lazio.
Lontano dai campi di gioco ormai da cinque anni, Juan Sebastian Veron è tornato a far parlare di sé per una questione davvero simpatica. Per Sportweek, noto settimanale italiano a tema sportivo, l’argentino ha infatti composto la sua formazione da sogno. Una top 11, schierata con un offensivo 4-3-3, formata prevalentemente da giocatori che hanno giocato con lui in Serie A con le maglie di Sampdoria, Parma, Lazio e Inter.
Nel gruppo quindi anche quattro compagni dei tempi del Manchester United dove Veron militò, con poca fortuna, nelle stagioni 2001-2002 e 2002-2003 prima di essere ceduto al Chelsea di Claudio Ranieri. Un undici di tutto rispetto che vede in porta nientemeno che Buffon. Davanti a lui, Gary Neville sulla fascia destra con gli ex Lazio, Mihajlović e Nesta al centro della difesa e Pippo Pancaro sulla corsia di sinistra.
A centrocampo la quantità e la qualità di due pilastri dei Red Devils, Roy Keane e Paul Scholes, e dell’ex biancoceleste Pavel Nedved. In attacco, quindi, spazio a Ryan Giggs, al quale si affiancano due che in Serie A hanno segnato rispettivamente 153 e 156 gol, vale a dire Hernan Crespo e Roberto Mancini. Alla guida di questo Dream Team, Veron pone Sir Alex Ferguson.
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Veron, la sua formazione ideale: “Mancini era un genio. Crespo mi ricorda Valdano”
Spiegando a grandi linee a Sportweek la scelta degli undici ex compagni componenti la sua formazione ideale, Veron ha dichiarato:
“In porta metto il più forte di tutti. Difesa quasi tutta laziale. Centrocampo all’inglese e in attacco un terzetto di altissima qualità col mio amico Crespo cresciuto con me in Argentina”.
Entrando quindi più nel dettaglio l’ex centrocampista ha parlato proprio di Crespo e di Roberto Mancini:
“Più ne rivedo i movimenti e più Hernan mi ricorda Valdano. Valdanito credo sia proprio il soprannome giusto per lui. Quanto a Mancini dico che era arte pura, un pozzo di fantasia capace di inventare la giocata decisiva in ogni momento”.