Le sfide tra Lazio e Atalanta non sono mai state gare “normali”, non ci riferiamo solo agli ultimi anni. C’è una sfida, di oltre 30 anni fa, che di fatto fece finire i supporter biancocelesti sulle prime pagine dei giornali, portando addirittura alla squalifica dello stadio.
La data è quella del 5 novembre 1989, 11° turno, la recita va in scena allo Stadio Flaminio perché l’Olimpico è in fase di ristrutturazione per i futuri Mondiali di Italia 90. Nella Lazio i big rispondono al nome di Paolo Di Canio e Ruben Sosa, tra gli spiti brilla la chioma del mediano svedese Glenn Peter Stromberg, la stella argentina Paulo Caniggia e la punta brasiliana Evair Aparecido Paulino, per tutti Evair.
Il protagonista sarà però un altro, l’arbitro di Avezzano, Bruno Di Cola, 39 anni all’epoca dei fatti, che farà perdere ogni freno inibitore ai presenti. La gara terminerà 2-1 per gli ospiti, le proteste dei padroni di casa saranno per un fallo nel secondo e decisivo gol di Evair sul portiere Valerio Fiori, nonché per la mancata concessione di un rigore e per un gol annullato all’83’ ad Amaralido per una spinta dello stesso brasiliano. Finirà con nove ammoniti e il rosso a Nicolini
Vetri rotti e paura: l’arbitro denuncia Teleroma 56
Al Flaminio si vivono momenti di paura, rabbia crescente sugli spalti, qualcuno addirittura usa alcune aste delle bandiere per rompere i vetri che cingono il campo. Fortunatamente non ci sono danni a persone, solo tanto spavento, incidenti che come racconta Marco Civoli nel servizio Rai, costeranno la squalifica del campo per un turno.
Quanto accaduto quella domenica, come riporta il portale sslazio1900.blogfree.net/, molti anni dopo, esattamente il 14 gennaio 2010, lo ha raccontato proprio l’ex fischietto abruzzese nella trasmissione cult dei tifosi capitolini “Quelli che hanno portato il Calcio a Roma”.
“A distanza di anni riconosco che il mio errore più grande fu proprio l’atteggiamento adottato in campo, forse quasi di sfida, ma in maniera abbastanza inconsapevole, se me ne fossi accorto infatti, avrei sicuramente modificato il mio approccio alla gara”, queste le prime affermazioni di Di Cola.
Quel giorno Di Cola neanche doveva arbitrare la Lazio
“Quella partita ancora la ricordo bene, il fatto è che la sera poi, rivedendo la moviola, i fatti mi diedero ragione in molte situazioni. Il problema principale difatti, fu solo l’atteggiamento adottato in campo. Non fui neanche designato per quella partita, il mio fu un rimpiazzo, ma da quella giornata non ho mai più arbitrato la Lazio – ricorda la giacchetta nera -dopo quell’incontro sono tornato diverse volte a Roma, anche andando a cena con gente laziale. Arbitrai in assoluta buona fede, ribadisco ancora di riconoscere a distanza di vent’anni che sbagliai sicuramente l’atteggiamento in quella partita, forse meno sotto il profilo tecnico, chiedo comunque scusa ai tifosi biancocelesti e ricordo che l’errore di un arbitro ci può stare”.
Non è finita qui. Come riporta il sito di Repubblica, in data 8 novembre 1989 venne resa manifesta la volontà sia dell’arbitro, sia della Figc, di denunciare l’emittente Teleroma 56, nello specifico il giornalista Michele Plastino, per le frasi a commento della partita, ritenute lesive del signor Di Cola. Come andò a finire non è dato sapere.
Il tabellino del match
LAZIO: Fiori, Bergodi, Sergio, PinG. (61′ Troglio), Monti (85′ Olivares), Soldà, Di Canio, Icardi, Amarildo, Sclosa, Sosa.
A disp. Orsi, Nardecchia, Beruatto.
All. Materazzi.
ATALANTA: Ferron, Contratto, Pasciullo, Bonacina, Vertova, Progna, Stromberg, Madonna (80′ Bordin), Evair (71′ Prandelli), Nicolini, Caniggia.
A disp.: Piotti, Barcella, Bresciani.
All. Mondonico.
Arbitro: Di Cola (Avezzano).
Marcatori: 13′ Amarildo, 36′ Evair, 38′ Evair.