Non sembra mettersi bene per la Juventus l’inchiesta per cui vengono contestati reati pesanti quali falso nelle comunicazioni sociali e false comunicazioni rivolte al mercato, visto che i bianconeri sono presenti a Piazza Affari. La Procura di Torino ha notificato agli indagati l’avviso di conclusione indagini, atto prodromico alla richiesta di rinvio a giudizio.
La nota è stata inviata al Cda della Vecchia Signora. Come riporta Ilfattoquotidiano.it, i bilanci sarebbero stati redatti in modo alterato come conseguenza “di un anomalo ricorso ad operazioni di scambio dei diritti alle prestazioni sportive di un elevato numero di atleti, operazioni, per altro, nel complesso distoniche nel panorama nazionale“.
Il lungo lavoro, iniziato nel 2021, ha visto l’istituzione di un pool di magistrati del Gruppo di Diritto Penale dell’Economia, composto dai sostituti procuratori Ciro Santoriello e Mario Bendoni e dal procuratore aggiunto Marco Gianoglio.
Gli indagati sono 16: tra loro Agnelli e Nedved
Nel mirino della procura piemontese ci sono 16 indagati, tra cui il presidente Andrea Agnelli e il vicepresidente Pavel Nedved; oggetto dell’inchiesta i tre bilanci dal 2018 al 2020. In sostanza, le persone destinatarie dell’avviso sono accusate, a vario titolo, di aver preso parte a “operazioni di scambio, che, non generano flussi finanziari di sorta, risultano, concluse a valori stabiliti dalle parti in modo arbitrario e con lo scopo di far fronte alle necessità di bilancio del momento: tali operazioni sono state ritenute fittizie“.
Per gli inquirenti sabaudi inoltre, si possono rilevare irregolarità anche nella nota vicenda degli stipendi a cui i calciatori avrebbero rinunciato durante la pandemia nel 2020 e nel 2021. Si legge infatti: “Sussistono concreti elementi per ritenere che i calciatori, in accordo con la società, abbiano rinunciato a percepire, in concomitanza con il periodo pandemico, una sola mensilità e non quattro, come per contro comunicato da Juventus Fc nel marzo 2020”.
Gli altri tre compensi “non sarebbero oggetto di rinuncia, bensì di differimento ad esercizi successivi”. Ad alcuni indagati è stato contestato il reato di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni insistenti.
Le scritture private incompatibili con i contratti depositati
Il giornale diretto da Marco Travaglio evidenzia un’altra fattispecie di reato evidenziati dai togati, relativamente alla “spalmatura” degli stipendi nella stagione 2020-2021. “Con riguardo alla seconda ‘manovra stipendi’ (stagione sportiva 2020 2021). “Va osservato come a seguito di perquisizione sono state rinvenute e sequestrate, al di fuori della sede sociale, scritture private contenenti l’impegno incondizionato della società al pagamento degli stipendi oggetto di riduzione, anche in caso di trasferimento del calciatore a club terzo e, pertanto, di contesto contrario a quanto risultante dai contratti depositati presso la Lega”.
Infine, i pm per alcuni indagati avevano addirittura proposto l’applicazione di misure cautelari personali, oltre a richiedere anche il sequestro conservativo o preventivo di alcuni beni o patrimoni, su questo il Gip ha negato l’assenso. Le parti hanno presentato appello avverso l’ordinanza del Gip.