Nelle ore successive all’eliminazione dall’Europa League della Lazio, il Ds biancoceleste, Igli Tare ha fatto chiarezza su alcune sue frasi pronunciate durante una lezione alla Luiss in cui parlava della Conference League come competizione dei perdenti. Solo un fraintendimento spiega il dirigente dei capitolini.
L’eliminazione dall’Europa League, in seguito alla sconfitta di giovedì sera contro il Feyenoord, brucia ancora in casa Lazio. Bastava un punto contro gli olandesi per accedere agli ottavi di finale dell’ex Coppa Uefa, ma i biancocelesti hanno fallito l’obiettivo scivolando al terzo posto nel gruppo F che vuol dire retrocessione in Conference League.
Una Conference League che i capitolini dovranno guadagnarsi, il prossimo febbraio, superando lo spareggio con una seconda classificata della sua fase a gironi. Una competizione, alla quale la formazione del patron Lotito non credeva di poter partecipare, che diventa adesso un obiettivo da conquistare insieme alla qualificazione in Champions League.
Proprio della Conference League, nelle scorse settimane, aveva parlato, durante una lezione alla Luiss, il Ds della Lazio, Igli Tare che, rispondendo a una domanda provocatoria di un tifoso della Roma, aveva affermato come la manifestazione fosse in realtà quella a cui partecipano i perdenti.
Un’affermazione, quella del dirigente laziale, percepita in maniera altrettanto provocatoria dagli stessi tifosi giallorossi che, sentitisi feriti nell’orgoglio, visto il trionfo della Roma nella competizione lo scorso anno, hanno iniziato a bersagliare Tare il quale, però, nelle scorse ore, ha tenuto a precisare ai microfoni della Gazzetta dello Sport come le sue parole siano state in realtà decontestualizzate.
Lazio, Igli Tare: “Conference League competizione dei perdenti? Sì e vi spiego il perché”
Come detto, intervistato dalla Gazzetta dello Sport, Igli Tare ha fatto chiarezza sulle sue affermazioni di qualche settimana fa, precisando come la Conference League sia effettivamente la competizione dei perdenti, ma solo a livello economico.
La manifestazione, infatti, in termini di ricavi, non è neanche lontanamente paragonabile alla Champions League:
“Una società deve ambire sempre a disputare la massima competizione europea per crescere economicamente e quindi strutturalmente. La crescita con i premi che assicura la Conference non può che essere limitata. Ad ogni modo, ora che siamo in Conference, mi auguro che la Lazio la onori fino in fondo. Dobbiamo fare il massimo per vincere. Un trofeo, infatti, è sempre importante e resta in bacheca per l’eternità”.
