Non ha scordato i suoi anni a Roma con la Lazio, Vedat Muriqi. In Spagna è tutto un altro calciatore e ora racconta come è andata in Italia. Tutte le difficoltà incontrate e l’importanza degli ex compagni di squadra.
Mattatore assoluto con il Maiorca, Vedat Muriqi è tutto un altro calciatore, rispetto a quello visto a Roma, con la maglia della Lazio. Goal a raffica e i tifosi del club spagnolo completamente innamorati di lui. Otto reti in 12 gare e un assist ne LaLiga, il kosovaro ha finalmente trovato la sua dimensione, dopo le tante difficoltà in Italia.
Eppure l’avventura con la Lazio lo ha segnato, o meglio lo ha fortificato. Come racconta lui stesso, in una lunga intervista a Relevo. Impossibile non tornare sui suoi anni a Roma, le aspettative dopo il Fenerbahce e i tanti problemi anche di natura fisica.
Muriqi e la Lazio: parla Vedat
“In Italia ho passato momenti difficili. In Turchia le cose per me stavano andando molto bene. Quando ho ricevuto l’offerta dalla Lazio, non ero sicuro di prendere quella decisione. In Turchia segnavo goal e la gente mi amava. Però avevo la possibilità di giocare in Champions League, ho deciso di provare quell’esperienza. Purtroppo mi sono infortunato subito e le cose non sono iniziate bene“.
“Non ho avuto la possibilità di giocare spesso. Quando mi davano fiducia non ero al meglio fisicamente. Scendevo in campo 35-40 minuti quando non stavo bene, invece quando mi sentivo meglio non giocavo. Sono stati due anni molto difficili della mia vita. Nonostante questo, con i compagni mi sono trovato molto bene. Parlo ancora con alcuni di loro come Milinkovic Savic, Marusic, Pepe Reina. Mi hanno aiutato molto“.
“Non ho avuto fortuna. All’allenatore non piacevo, ai tifosi non piacevo. Però era sempre calcio. Quando tornavo a casa non stavo bene. Arrivavo arrabbiato, triste, non potevo dare amore alla mia famiglia. È stata una situazione molto difficile per me, tutto è cambiato quando sono arrivato a Maiorca a gennaio”.
Muriqi: “Ho pensato di aver finito con il calcio”
“Mia moglie è stata fondamentale. Lei mentalmente è più forte di me. Mi diceva che dovevo essere preparato per quando sarebbe arrivata un’opportunità. Dopo gli allenamenti mi mettevo a lavorare con il mio preparatore fisico e in due mesi sono riuscito a sentirmi meglio fisicamente e mentalmente. Stavo solo aspettando che arrivasse il momento, ma purtroppo non è successo”.
“Ho dubitato delle mie qualità. Ci sono stati due mesi in cui stavo molto bene e ho pensato che potessi essere di nuovo il giocatore visto al Fenerbahce. Ma poi mi sono sentito una me**a. Ho anche pensatoche il calcio fosse finito per me. Avevo segnato 20 gol con in Turchia e ora era finita. Sono arrivato a pensare che quello che mi è successo fosse solo fortuna. Mia moglie e mia madre mi hanno aiutato molto. Dopo gennaio ho deciso di andare a Maiorca e questo ha cambiato la mia vita”.