Malagò: “I presidenti veri delinquenti. Lotito? Campa col calcio”

Non c’è giorno che passi senza la sua telenovela condita di intercettazioni, indagati presenti e passati, nonché personaggi passati a miglior vita con un passato grigio alle spalle. A finire nel tritacarne, stavolta è Giovanni Malagò, le cui affermazioni in alcuni colloqui intercettati dalla Guardia di Finanza, oggi fanno bella mostra sulle pagine di Repubblica.

Al momento delle chiacchierate in oggetto, il presidente del Coni è indagato per falso nell’inchiesta per corruzione nell’assegnazione dei diritti tv promossa dalla Procura di Milano. Proprio stamattina, scrive repubblica.it, la gip Chiara Valori ha accolto la richiesta di archiviazione dei pm meneghini che si sono così espressi sull’ipotesi di una presunta tangente pagata dall’allora “ad di Sky Italia, Andrea Zappia, a favore del presidente del Coni, Giovanni Malagò e dell’allora numero uno della Lega calcio, Gaetano Miccichè per il tramite di una società messa a disposizione da Gianpaolo Letta, amministratore di Medusa”.

Malagò, intercettato, usa parole di fuoco contro Lotito
Il presidente del Coni, Giovanni Malagò (Ansa)

A girare questi soldi all’estero, sempre secondo l’accusa originaria della Procura di Milano, avrebbe provveduto il noto broker Massimo Bochicchio, deceduto domenica 19 giugno dopo aver perso il controllo della proprio moto a Roma sulla via Salaria, non lontano dall’aeroporto dell’Urbe. La vittima, al momento dell’incidente, era imputato per truffa a danno di diversi vip e lunedì 20 giugno 2022 era atteso a Piazzale Clodio per un’altra udienza.

Il presidente del Coni e l’ex manager Sky: “I nostri amici Juventus e Roma colpevoli come Lotito”

L’inquilino del Palazzo H viene intercettato dalle Fiamme Gialle mentre parla, tra gli altri, sia con Massimo Bochiccio, sia con Andrea Zappia, amministratore indipendente di Essilor Luxottica, si legge sul sito di quest’ultima, che lo presenta anche come “Vice Presidente Esecutivo e Amministratore Delegato di New Markets & Business di Sky Group. Ricopre anche incarichi in SkyStudios e SkyNews. Da maggio 2021, è anche membro del Consiglio di Amministrazione di MCH Group”.

Andrea Zappia, manager intercettato al telefono con Malagò
L’ex ad di Sky Italia, Andrea Zappia (Ansa)

Il numero 1 dello sport italiano, ha chiaro in mente quali sono i suoi nemici: i presidenti della massima serie. “La Lega Calcio? «Come ha detto Francesco Greco (ex procuratore capo di Milano, con Antonio Di Pietro, Gherardo Colombo e Piercamillo Davigo compose il pool Mani Pulite, ndr), è un’organizzazione di diritto privato… perché altrimenti li arrestavano tutti perché li avevano trovati colpevoli di corruzione sei anni fa con noi…», afferma Malagò.

Il 2 giugno 2020, il presidente del Coni parla con Zappia, in quel momento senza incarichi specifici in Italia. In mattinata gli organi di informazione rivelano il suo status da indagato per falso: era presidente-commissario dell’assemblea della Lega Calcio di serie A con la quale il 19 marzo 2018 le 20 squadre elessero neopresidente «per acclamazione» il n. 1 di Banca Imi, Gaetano Micciché. Per gli inquirenti, Malagò avrebbe falsificato i verbali, tesi che l’indagato rifiuta con rabbia. «È ridicolo — dice Zappia — dopo quello che avevi cercato tu di dare ordine a questi sciammanati».

«Infatti — aggiunge Malagò — è quello che mi rinfacciano: uno statuto, una governance, gli avevo trovato una persona di livello […]. Questi sono delinquenti veri».
A soollecitare l’ìinchiesta, secondo Malagò, sarebbe stato l’ex presidente del Genoa, allora ancora in caria, Enrico Preziosi. «Di che dobbiamo parlare?», sbotta ancora, ma lui e Zappia hanno nel mirino più grande il presidente della Lazio. «Sono stupito — dice il manager di Sky — che questo signore che ha un business nano, che ormai campa solo di calcio che è quello che fa vivere tutte le sue aziende». «Non c’è dubbio», conferma il suo interlocutore. «Marmaldeggi così – insiste Zappia – Ma alla fine i nostri amici, Juventus e Roma sono colpevoli tanto quanto lui». «Eh certo», conclude Malagò, «a seconda dei frangenti, dei contesti, diventano complici delle loro avventure».

I sospetti su Infront

Come sottolinea ancora Repubblica, Malagò e Zappia si sfogano anche sull’asta dei diritti televisivi che nel 2014 aveva prodotto una maxi multa dell’Antitrust per Mediaset, Infront, Lega e in parte minore Sky. Epilogo che aveva determinato un’altra inchiesta di Corso di Porta Vittoria, poi senza esito perché si stabilì che la Lega non fosse un ente pubblico; inoltre otto anni fa non esisteva il reato di corruzione tra privati. I due interlocutori pensano che Infront fosse coinvolta in un giro di denaro poco limpido: «Se non fosse un’organizzazione di diritto privato li arrestavano tutti perché li avevano trovati colpevoli di corruzione sei anni fa […]. E invece con i soldi ci fanno il cazzo che vogliono: se li vogliono regalare tra di loro, portarli in Svizzera».

 

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