Domani alle 17 inizierà il mondiale in Qatar, la squadra di casa affronterà l’Ecuador arbitrata da Daniele Orsato, orma italiana in una competizione priva dell’azzurro. In Italia intanto si pensa a rafforzare le rose, la Lazio non esclude un intervento a centrocampo.
La mediana attuale soddisfa Maurizio Sarri, il nodo resta quello di Luis Alberto. Lo spagnolo non accetta il ruolo di subentrante di rango, rapporti con l’erede di Simone Inzaghi al minimo e la necessità di trovare una soluzione che soddisfi le parti in causa: Lazio, Giocatore, club acquirente e agente del numero 10.
Trenta anni compiuti lo scorso 28 settembre, il talento di San José del Valle ha un contratto fino al 2025, 2,5 milioni netti a stagione, con i bonus 2,8 circa. Esborso importante sia per la Lazio sia per un potenziale acquirente, considerando che la richiesta di Lotito non scenderà sotto i 15 milioni, visto che il 30% andrà girato al Liveropool da cui i biancocelesti nel 2016 prelevarono l’andaluso per quattro milioni.
Luis Alberto non ha mai nascosto di voler tornare a Siviglia, dove si è formato e maturato finché nel 2013 i Reds non lo comprarono per otto milioni. Il sodalizio, specializzato nell’alzare Europa League, ne ha vinte ben quattro, vive una stagione complicata in Liga: dopo 14 gare solo 11 punti, penultimo con il Cadice che precede solo per la differenza reti.
Il ds Monchi e il tecnico Sampaoli– arrivato ad ottobre dopo l’esonero di Lopetegui – al momento non hanno trovato la quadra, si rende necessario un intervento nel mercato di gennaio. Secondo La Gazzetta dello Sport, si starebbe pensando ad uno scambio di prestiti, ipotesi credibile solo se a giugno Luis Alberto diventasse un giocatore del Siviglia a titolo definitivo.
Ad effettuare il percorso inverso sarebbe Thomas Delaney, mediano danese arrivato in Spagna nell’estate 2021 dal Dortmund per sei milioni. Contratto fino al 2025, ha compiuto 31 anni il 3 settembre, di fatto ha 12 mesi in più dello spagnolo. Mancino, alto 1,82 mt, il calciatore cresciuto nel Copenaghen – maglia indossata dal 2008 al gennaio 2017 quando è passato al Werder Brema – gioca da interno in un centrocampo a due nonché da mezzala, sempre con letture soprattutto difensive.
Non è un giocatore che fa dell’inserimento una sua peculiarità – massimo sei gol nel 2016-2017 con i danesi – sinceramente si fatica a capire quale apporto darebbe ad una mediana che già vede in regia Cataldi, Marcos Antonio ed eventualmente Vecino, mentre da mezzala ci sono lo stesso uruguagio e Basic, oltre a Milinkovic.
Delaney è certamente un calciatore affidabile, di medio-alto livello, sono 71 le presenze in nazionale con cui in Qatar si appresta a disputare il secondo mondiale dopo quello del 2018. In Spagna però non sta facendo faville, almeno stando ai numeri. Nella stagione 2021-2022 in Liga 26 recite, due gol e 1 assist in 1544′ (59′,38” di media), oltre a quattro in Champions, due in Coppa del Re e tre in Europa League. Dati che si abbassano nel torneo attuale: otto gare di cui una sola da titolare (804′ totali, 38′ di media); nelle sei gare di Champions gioca due volte da titolare, 229′ totali (57′,25”).