La partenza del Mondiale Qatar 2022, non arresta le polemiche. L’ultima riguarda le fasce ‘One Love’ e la scelta della Fifa. Scelta che ha fatto infuriare diverse federazioni che hanno risposto con un comunicato congiunto.
È partito il Mondiale in Qatar. L’Ecuador ha segnato i primi due goal della competizione (il terzo è stato annullato dal Var) con Enner Valencia sugli scudi. Per il 33enne la prima gara con la sua nazionale è valsa la doppietta storica. Lui che fu uno dei motivi delle frizioni tra Claudio Lotito e il ‘Loco’ Bielsa, quando l’argentino sembrava destinato a diventare il nuovo allenatore della Lazio.
Morale della storia: l’ecuadoriano non arrivò mai Roma, il tecnico non si sedette mai sulla panchina biancoceleste e iniziò di conseguenza l’era Inzaghi. La cronaca della prima gara del Mondiale, invece, racconta tanto. Tantissimo. A partire dai dubbi su un torneo allargato a più squadre, vista la qualità dei padroni di casa, fino ad arrivare alle polemiche.
L’ultima riguarda la fascia arcobaleno da capitano al braccio, con scritto ‘One Love’. Da Kane a Neuer, in tanti l’avevano scelta. Annunciando di volerla indossare per protestare contro la repressione del Qatar sulla comunità LGBTQI+. Inoltre la Fifa aveva dichiarato la propria campagna “No Discrimination”, con la possibilità di portarla anche a Qatar 2022. Un’operazione aperta a tutti i 32 capitani, della varie selezioni.
Doveva e poteva essere così, ma non sarà. La Fifa è tornata sui suoi passi, chiarendo la sua posizione. Scelta che non è piaciuta. Da regolamento, articolo 13.8.1, i giocatori possono indossare solo abbigliamento ed equipaggiamenti ufficiali forniti proprio dall’organismo internazionale. L’esposizione di altro genere di fasce può essere punito con un cartellino giallo. Verrebbe da dire “Tutta un’altra storia”. E la rinuncia di tanti calciatori è già arrivata, troppo alto di rischio di partire con un cartellino giallo ‘sulla testa’.
“La prospettiva di cominciare una partita da ammonito non mi entusiasma“, aveva detto Van Dijk. E stamattina era arrivata la decisione, complice la federazione olandese, di rinunciare a questa forma protesta. Primi gli Orange, poi un comunicato congiunto di Inghilterra, Galles, Germania, Belgio, Danimarca, Svizzera e ovviamente Olanda.
“La Fifa è stata molto chiara sulle sanzioni che i nostri capitani avrebbero indossando la fascia One Love in campo. Come federazioni non possiamo mettere i nostri giocatori in questa posizione, così abbiamo chiesto ai capitani di rinunciare. Eravamo pronti a pagare delle multe… Ma non possiamo comunque mettere i giocatori nelle condizioni di essere ammoniti o magari costretti a lasciare il campo. Siamo molto frustrati dalla decisione della Fifa, i nostri giocatori e allenatori sono delusi: sono forti sostenitori dell’inclusione e mostreranno supporto in altri modi“.
Eppure le federazioni si erano mosse per tempo. Avevano scritto alla Fifa, a settembre. Chiedendo chiarimenti sulla possibilità di indossare le fasce, che sono diventate nel giro di poche ore ‘ il nuovo pomo della discordia’. In quell’occasione non arrivò mai risposta dall’organizzazione internazionale, questa volta, invece, è stata fulminea. Chiara e scevra da possibili interpretazioni.
Inutile anche il precedente legato alla Nations League. Quando la fascia One Love campeggiava, senza particolare clamore, sulle braccia dei capitani della varie nazionali impegnate nella competizione, secondaria, della Fifa. Un nuova occasione persa, ma anche l’ennesima polemica di un Mondiale che sarà ricordato anche, e forse soprattutto, per questo.