Piovono indagini sulla Juventus. Dopo l’inchiesta della Procura di Torino, quelle della Procura Figc, anche la Uefa ha deciso di spulciare i bilanci della Vecchia Signora.
In particolare, il massimo organismo calcistico europeo, vuole verificare “potenziali violazioni dei regolamenti sulle licenze per club e sul fair play finanziario”. In sostanza, capire se i bianconeri abbiano truccato le carte per rispettare i vincoli contabili del club targato Exor.
Come noto, l’intero CDA, guidato da Andrea Agnelli, si è dimesso a inizio settimana, pochi giorni prima della richiesta di rinvio a giudizio della Procura di Torino per 13 imputati, tra cui Andrea Agnelli, Pavel Nedved, Maurizio Arrivabene e l’ex ds ora al Tottenham di Antonio Conte, Fabio Paratici. Le accuse principali: falso in bilancio e false comunicazioni al mercato.
La Juventus intanto muove il primo pedone: depositata in Cassazione un’istanza di 26 pagine per richiedere la competenza della Procura di Milano, dal momento che la presunta manipolazione del mercato azionario che rappresenta «il contestato reato più grave, si è consumato a Milano», dove ha sede la Borsa, (o in subordine alla procura di Roma).
La Camera di primo grado del Cfcb (Club financial control body) della Uefa, si legge nella nota, nella sua indagine “si concentrerà sulle presunte violazioni finanziarie recentemente rese pubbliche a seguito del procedimento condotto dalla Consob e dalla Procura della Repubblica di Torino”.
L’organo di controllo della confederazione europea “coopererà con le autorità nazionali e si concentrerà sulle presunte violazioni finanziarie recentemente rese pubbliche”.
Il tono resta garantista, ma da Nyon, soprattutto con un’indagine penale così corposa in corso, non arriveranno sconti.
Dalla Svizzera sottolineano come il 23 agosto scorso, la stessa Cfcb “ha concluso un accordo transattivo con la Juve” e che “il presente accordo transattivo è stato concluso sulla base delle informazioni finanziarie precedentemente presentate dalla società relative agli esercizi chiusi nel 2018, 2019, 2020, 2021 e 2022”. La Uefa infatti si riserva “azioni legali” contro la Juve se dovesse emergere che la situazione finanziaria del club era “significativamente diversa da quella valutata al momento della conclusione del settlement agreement” sul financial Fair Play.
La Prima sezione della Cfcb “si riserva il diritto di rescindere l’accordo transattivo, intraprendere qualsiasi azione legale ritenuta opportuna e imporre misure disciplinari” sulla base delle regole procedurali. Il codice Uefa prevede sanzioni che vanno da multe alla revoca di titoli, passando per l’esclusione dalle Coppe.
Anche il ministro dello Sport, Andrea Abodi, si è pronunciato sulla vicenda. “La situazione della Juventus è soltanto la punta estrema e per certi versi, anche clamorosa, di un fenomeno su cui non possiamo voltarci dall’altra parte. probabilmente la Juventus non è l’unica”, ha affermato.
“È il momento di mettere ordine e di andare a controllare in maniera più puntuale, perché ci sono società che si comportano in maniera estremamente corretta ed altre che, evidentemente, hanno interpretato in maniera troppo particolare le norme, e ciò determina un problema anche sul versante dell’equa competizione. C’è un’inchiesta in corso sulla quale non mi pronuncio perché non conosco i dettagli, ma se la Juve ha fatto queste cose, qualcuno le ha fatte con lei”, ha concluso l’ex presidente del Credito Sportivo.