Maurizio Sarri fornisce la sua versione in merito alla manovra stipendi riguardante l’inchiesta Prisma nella quale è invischiata la Juventus. Le parole dell’attuale allenatore della Lazio non lasciano spazio a dubbi.
Continuano a venire a galla giorno dopo giorno elementi riguardanti la Juventus e l’ormai nota inchiesta Prisma nella quale è invischiata. Elementi relativi alle irregolarità di bilancio e alla famosa manovra stipendi che la Procura di Torino si preoccuperà di analizzare quanto prima così da prendere le giuste decisioni nei confronti della Vecchia Signora.
Una Vecchia Signora che, nei giorni scorsi, ha fatto registrare le dimissioni dell’intero consiglio di amministrazione del club alle quali hanno fatto subito seguito le nomine da parte della Exor. La holding olandese della famiglia Agnelli ha scelto Maurizio Scanavino come nuovo direttore generale e Gianluca Ferrero come nuovo presidente.
Decisioni, queste, prese istantaneamente per evitare il sollevamento di ulteriori polveroni che, in un momento già di per sé delicato, avrebbero fatto ancora più male alla Juventus la quale, stando a quanto riportato dal Corriere dello Sport nei giorni scorsi, potrebbe essere messa in vendita dalla Exor qualora la situazione non dovesse migliorare. Una messa in vendita che, dovesse concretizzarsi, sancirebbe la fine del rapporto, dopo più di un secolo, tra il club torinese e la famiglia Agnelli.
Juventus, l’inchiesta Prisma si arricchisce di nuovi elementi: svelato il retroscena sull’accordo tra il club e Maurizio Sarri
Dell’ormai nota manovra stipendi, inserita nell’altrettanto nota inchiesta Prima in cui è invischiata la Juventus, ha parlato recentemente Maurizio Sarri che, alla guida del club bianconero nella stagione 2019-2020, ha fornito importanti dettagli in merito agli accordi raggiunti al tempo con la società:
“Parlai al telefono con Fabio Paratici perché eravamo in lockdown. Mi disse che c’era già l’accordo coi giocatori e che sarebbe stato opportuno che anche io mi accodassi”.
Parole, queste, che le ricostruzioni della Gazzetta dello Sport attribuiscono all’attuale allenatore della Lazio il quale, successivamente, avrebbe anche detto:
“La proposta era quella di rinunciare a quattro mesi di stipendio con tre mesi che sarebbero stati pagati sul contratto dell’anno dopo. Per me era stato anche previsto l’incentivo all’esodo in caso di esonero”.
Dichiarazioni chiare e precise, queste del tecnico toscano, che fanno comprendere come il percorso seguito dalla Juventus tanto per i suoi calciatori quanto per il suo allenatore sia stato praticamente lo stesso. Tocca ora alla Procura di Torino stabilire se le somme concordate con Sarri gli siano state corrisposte integralmente e poi regolarmente messe a bilancio.