Ê nel momento del bisogno che si vedono gli amici, recita un notissimo adagio. Loro due però grandi confidenti non sono mai stati. A pochi giorni dalle sue dimissioni dalla Juventus, Andrea Agnelli ha trovato il supporto inatteso di un vecchio avversario: il presidente della Lazio.
A porgere la mano all’ex presidente della Vecchia Signora è stato Claudio Lotito, ieri sera a margine di un evento nella Capitale, un po’ a sorpresa, ha espresso vicinanza all’ex presidenza dell’Eca, l’organizzazione che riunisce i principali club europei.
I bianconeri sono al centro dell’inchiesta Prisma, attivata della Procura di Torino. Ad esito delle indagini preliminari, gli inquirenti hanno chiesto il rinvio a giudizio per 13 indagati: 12 persone fisiche più il club. Tra i destinatari del provvedimento l’allora presidente Andrea Agnelli, il vice Pavel Nedved, l’a.d. Maurizio Arrivabene e Fabio Paratici, di fatto uomo mercato. Quattro i capi d’imputazione, diversi a seconda degli imputati: manipolazione del mercato, false comunicazioni sociali, emissione di false fatturazioni e ostacolo all’esercizio delle funzioni dell’Autorità vigilante.
Claudio Lotito ha parlato a margine della serata svoltasi nella Casa del Jazz a Roma. Il senatore era tra i vincitori del premio Giuseppe Colalucci, dedicato al giornalista romano scomparso nel 1984. Come riportato da lalaziosiamonoi.it, l’imprenditore ha usato toni concilianti con la Juventus.
“Non faccio il magistrato. Tutti quando vincono salgono sul carro, poi scappano quando c’è qualche problema, scappando oltretutto dalle persone da cui tutti si sono abbeverati. Ci sono squadre che hanno guadagnato tanto dalla vendita di due giocatori, se non ci fosse stata la Juve non avrebbe incassato 160 milioni. Oggi tutti parlano male della Juve, ma ha contribuito al sostentamento del calcio italiano”.
Lotito racconta il suo ultimo confronto con Andrea Agnelli. “L’ho visto al Senato e l’ho abbracciato. Mi ha dato un’impressione dal punto di vista umano non giusta rispetto a ciò che ha dato al calcio italiano – sottolinea l’azionista di comando biancoceleste – Dire che la Juve sia il male del calcio italiano non è giusto.
Oggi tutti si scatenano per creare dissidi nei confronti della Juve. Un conto è la politica, un altro il valore umano. Andrea è uno che lavora. Ci incontravamo in ufficio da me alle 8, vuol dire che si svegliava alle 5, alle 6″.
Rispondendo alla domanda, “preoccupato per la Juventus?”, Lotito si è tolto un bel sassolino dalla scarpa. “No. Se continuiamo a parlarne, facciamo preoccupare tutti. Siamo fuori dai Mondiali, alcune persone dovrebbero farsi delle domande e darsi delle risposte. Non penso dipenda dalla Lega di Serie A”, ha ribadito.
Non fa nomi, ma il vicepresidente della Commissione Bilancio in Senato sembra riferirsi chiaramente a Via Allegri. “Conseguenze sulla nazionale? Non significa che in Italia non ci siano giocatori di qualità. Pongo degli interrogativi: come mai Immobile è diventato capocannoniere e Scarpa d’Oro e in Nazionale non segna così tanto”, ha chiosato Lotito.