La festa dei tifosi del Marocco ha rischiato di trasformarsi in una vera e propria tragedia. Una vicenda da condannare quella di Verona.
Mancano ancora diversi giorni alla finale della Coppa del Mondo ma il torneo ha già eletto la sua sorpresa. La nazionale che più ha battuto i pronostici fino ad ora è senza dubbio quella del Marocco. La compagine nordafricana si è infatti aggiudicata un pass per i quarti di finale grazie alla brillante vittoria rimediata ai danni della Spagna. Per Hacraf Hakimi e compagni non sono bastati i tempi regolamentari e nemmeno quello di recupero per battere gli iberici.
Tuttavia, è stato grazie ai tiri dal dischetto se l’ex Inter e i suoi sono riusciti nell’impresa. A segnare il rigore decisivo ci ha pensato proprio il terzino del Paris Saint Germain che ha beffato l’estremo difensore rivale con un pallonetto. Grande protagonista anche il portiere della nazionale, Yassine Bono che ha mandato i rivali a casa senza concedere alle Furie Rosse nemmeno una realizzazioni dagli undici metri.
Marocco, quello che è successo a Verona è da condannare
Inutile dirlo, il risultato ha dato il via ad una vera e propria festa nazionale per la comunità marocchina sparsa in tutto il mondo. Con la Spagna, poi, per motivi geopolitici si può anche tranquillamente asserire che è un vero e proprio derby. Ciononostante, come quasi sempre succede in casi come questi, non sono mancati i risvolti negati.
Ne sa qualcosa la città di Verona che ha visto la comunità nordafricana venire attaccata proprio durante i festeggiamenti. Secondo quando riportato dalla cronaca, a spingere questo gruppo di persone a compiere un vero e proprio raid ci sono delle ideologie di estrema destra. Addirittura di matrice razzista.
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Di questo, e non solo, ai microfoni di TVPlay ha parlato Samira Chabib. La rappresentate della comunica marocchina si è espressa con grande rammarico nei confronti di quanto accaduto: “Parlare oggi di quello che è successo a Verona mi dispiace, avrei voluto parlarne in modo differente. Dopo la vittoria del Marocco sono usciti dei ragazzi nati e cresciuti a Verona, non immigrati come si dice, per festeggiare con gli amici come si è sempre fatto. Sino a quando non è arrivato questo gruppo di ragazzini. Non voglio dare nomi, ma hanno fatto una bravata. Quello che è successo ci ha scosso, ma abbiamo evitato il peggio. La comunità è rimasta a casa perché è girato il messaggio di non uscire, che c’erano i ragazzi che stavano facendo disastri”
Una vera e propria mafia l’ha definita Chabib che, però, ci ha tenuto a spezzare una lancia in favore della città protagonista in negativo dell’evento: “Non ci piace vivere questa mafia. Si tratta di ragazzini che non hanno nulla da fare. Se fossero impegnati non avrebbero questi pensieri qua. Non voglio descrivere Verona come una città razzista. Piuttosto è una città che non si apre facilmente. Io ci vivo da tanti anni, se hai la fiducia delle persone vieni apprezzato. Ci vuole tempo e devi dimostrare chi sei giustamente. Non è una città razzista perché se no non vivrei lì”. La portavoce marocchina ha poi concluso affermando: “C’è stata stupidità, non razzismo. Quello che viviamo ogni giorni è una vita tranquilla. Quanto successo è un episodio isolato che speriamo rimanga tale”.