Si è spento a Roma Sinisa MIhajlovic, una leggenda del calcio e della Lazio. Ex calciatore, allenatore, e tifoso biancoceleste.
La Lazio e i suoi tifosi piangono Sinisa Mihajlovic. La notizia che nessuno avrebbe mai voluto arrivasse, il serbo si è spento oggi a Roma, all’età di 53 anni, dopo una lunga lotta contro la malattia. Annunciata in conferenza stampa, da allenatore del Bologna, il 13 luglio 2019.
Dopo giorni di speranza e preghiere, purtroppo Sinisa non ce l’ha fatta, dopo l’aggravarsi della Leucemia che era tornata. L’annuncio della famiglia, però, ha spento anche l’ultima speranza.
Questo il comunicato della famiglia: “La moglie Arianna, con i figli Viktorija, Virginia, Miroslav, Dusan e Nikolas, la nipotina Violante, la mamma Vikyorija e il fratello Drazen, nel dolore comunicano la morte ingiusta e prematura del marito, padre, figlio e fratello esemplare, Sinisa Mihajlovic. Uomo unico, professionista straordinario, disponibile e buono con tutti. Coraggiosamente ha lottato contro un’orribile malattia. Ringraziamo i medici e le infermiere che lo hanno seguito in questi anni, con amore e rispetto, in particolare la dottoressa Francesca Bonifazi, il dottor Antonio Curti, il Prof. Alessandro Rambaldi, e il Dott. Luca Marchetti. Sinisa resterà sempre con noi. Vivo con tutto l’amore che ci ha regalato“.
Le parole del presidente Lotito per Sinisa Mihajlovic
Anche la Lazio ha voluto stringersi intorno alla famiglia Mihajlovic. Con un comunicato del presidente Claudio Lotito. Da calciatore con la maglia biancoceleste ha vinto uno scudetto nella stagione 1999/2000, due Coppe Italia, una da Campione d’Italia, l’altra nella stagione 2003/04. Una Coppa della Coppe, vinta a Birmingham, stagione 1998/99. Una Supercoppa Europea, a Monaco, contro il Manchester United nel 1999. Due Supercoppe italiane, una nel 1998 e l’altra nel 2000.
Questa la nota della Lazio e del suo presidente: “La S.S. Lazio piange la scomparsa di Sinisa Mihajlovic: un grande laziale, un guerriero in campo e nella vita. Il suo coraggio sul terreno di gioco è stato secondo solo a quello dimostrato di fronte a una grave malattia, che mai ne ha fiaccato lo spirito e la tempra.”
“Di questo combattente dal grande cuore resterà una traccia indelebile nella storia della Lazio, non solo per essere stato Campione d’Italia, ma per il messaggio di speranza di fronte alle difficoltà che ha saputo rappresentare fino all’ultimo momento della sua vita. Lo ricorderemo come merita, con l’abbraccio infinito della sua squadra e della sua gente. Alla famiglia le nostre commosse condoglianze“.
Sinisa Mihajlovic non ha mai nascosto la sua fede, tifoso laziale. In campo da calciatore, quando esaltava la Curva Nord e tutti i tifosi biancocelesti con la maglia della prima squadra della Capitale, con le sue punizioni. I cori per lui quando tornava all’Olimpico non mancavano mai. Anche da avversario, ma mai da nemico. È stato amore a prima vista, fin dal 1998 quando arrivò da Genova, acquistato da Sergio Cragnotti dalla Sampdoria.
Tante le panchine e le esperienze da tecnico. Iniziò la carriera da allenatore come vice di Mancini all’Inter, per passare poi a quella che sarebbe stata la sua prima e ultima panchina da allenatore, il Bologna. In mezzo Catania, Fiorentina, Sampdoria, Milan, Torino, una comparsata allo Sporting Lisbona durata solo 9 giorni. Commissario tecnico per la sua Serbia, tra il 2012 e 2013.
La guerra dei Balcani e la scelta dei tifosi biancocelesti
Un guerriero in campo e in panchina. Per carattere e spirito: “La batterò giocando all’attacco“. Queste le sue parole sulla Leucemia, un guerriero dal cuore d’oro. Durante la guerra dei Balcani, uno dei momenti più difficili della sua vita, prese sotto la sua ala protettiva Dejan Stankovic, arrivato a Roma a soli 18 anni. I tifosi biancocelesti in segno di rispetto, ma anche d’amore, smisero di cantare “Sinisa tira la bomba”. Un rapporto, quello con la Lazio che non si è mai spezzato e mai si spezzerà.
La redazione de Lalazio.com si unisce al dolore della famiglia, alla moglie Arianna e alla sua famiglia vanno le nostre più sentite condoglianze.