Dejan Stankovic, nel corso di un’intervista al Secolo XIX, è tornato a parlare della prematura scomparsa di Sinisa Mihajlovic
La morte di Mihajlovic, in seguito all’aggravarsi della leucemia che da qualche anno lo tormentava, ha addolorato il mondo del calcio e non solo.
Il suo ex compagno di squadra, Dejan Stankovic, nelle ultime ore ha rilasciato una toccante intervista ai microfoni de Il Secolo XIX in cui ha cercato di spiegare tutto il suo dolore. Tra i due c’era un sincero legame di amicizia e negli anni hanno condiviso lo spogliatoio alla Lazio, all’Inter e nella nazionale serba.
Il loro rapporto era così stretto che Stankovic, insieme a Sansone, De Silvestri, Arnautovic e Lombardo, ha portato in spalla la bara di Sinisa dopo i funerali che si sono svolti lunedì 19 dicembre presso la Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri a Roma.
Stankovic, nel corso dell’intervista, ha cercato di spiegare il suo dolore: “La morte di Sinisa mi ha tolto tutte la parole. Sento dentro un immenso vuoto che non ho mai conosciuto prima. Sono ancora giovane e per fortuna ho ancora tutti i miei cari. Tutto quello che avevo è andato via con lui. Mi rimane la memoria e il grande orgoglio di avere fatto parte della sua vita”.
La Sampdoria di Stankovic, nella seconda parte di stagione, è chiamata a reagire per non ritrovarsi a piangere per la retrocessione in Serie B a maggio. Il tecnico serbo, in merito agli ultimi giorni di ritiro, ha spiegato: “Ci serviva un break per riposare e mettere energia fresca, fisica e mentale. È andato tutto liscio. I calciatori hanno lavorato sodo. Sono stati onesti, principalmente verso se stessi. Poi anche verso di me e il mio staff. Hanno tenuto un comportamento da veri professionisti. Abbiamo lavorato duro, c’è stato solo qualche affaticamento”.