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Morte Pelé, il toccante ricordo di Felipe Anderson: “Sono cresciuto ascoltando…”

L’attaccante brasiliano della Lazio, Felipe Anderson, ha rilasciato delle toccanti parole dopo la scomparsa di Pelé

Dopo Diego Armando Maradona, anche Pelè è scomparso addolorando il mondo del calcio e non solo. L’ex attaccante brasiliano si è spento a San Paolo all’età di 82 anni e in casa Lazio Felipe Anderson lo ha ricordato rilasciando delle dichiarazioni ai microfoni ufficiali del club.

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Felipe Anderson, attaccante della Lazio – Lalazio.com

Pelè ha legato praticamente tutta la sua carriera al Santos, stessa squadra in cui è cresciuto calcisticamente Felipe Anderson. Il classe ’93 ha anche esordito nei professionisti con il Santos e nel 2013 ha lasciato il Brasile per trasferirsi nella Lazio.

Anderson, ai microfoni di Lazio Style Channel, è intervenuto in queste ore proprio per parlare di Pelè e i ricordi in merito alla figura di O Rei, per il brasiliano, sono tantissimi.

Felipe Anderson ricorda Pelè: “A noi brasiliani…”

Felipe Anderson, nell’intervista concessa ai canali ufficiali del club, ha spiegato: “A noi brasiliani, sin da bambini, il calcio piace tantissimo e prima ancora che iniziamo a camminare, ci regalano i palloni. Io sono cresciuto ascoltando le storie del ‘Re del Calcio’, avevo voglia di conoscerlo e di sapere chi fosse. Quando sono andato al Santos e ho visto che lui era li e quel che ha fatto per il club, avevo il sogno di indossare la maglia numero dieci e ce l’ho fatta”. 

Tifosi brasilianiTifosi brasiliani
Tifosi brasiliani che sorreggono un striscione per Pelé – lalazio.com

L’attaccante della Lazio ha poi aggiunto: “Ho visto tutti i video possibili che ci sono su di lui e mi sono innamorato delle giocate, della sua velocità e di tutto quello che faceva. C’è un particolare per noi che abbiamo giocato al Santos, ci sono tanti ex che hanno giocato con lui che lavoravano lì e ci raccontavano le storie e abbiamo avuto degli insegnanti. Noi gli chiedevamo come fosse stato giocare con lui, ci dicevano che era devastante e nessuno poteva mai immaginare che fosse così forte”. 

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Gianlorenzo Di Pinto