Fabiani, direttore sportivo biancoceleste, alza la voce al termine della sfida con la Juventus. L’arbitro e il Var sul banco degli imputati
L’autorete di Mario Gila, a cinque minuti dalla fine di Juventus-Lazio, punisce i biancocelesti, al termine di una prestazione gagliarda e che ha visto gli uomini di Baroni a giocare in inferiorità numerica per oltre sessantacinque minuti. Ma a rendere la serata dell’Allianz ancora più amara è la scelta del direttore di gara (e del Var) in occasione del contatto in area biancoceleste tra Patric e Douglas Luiz.
Un colpo evidente e che, clamorosamente, non è stato visto né dal direttore di gara e neanche da chi, a Lissone, guardava le immagini in tv. Un episodio decisivo, arrivato pochi istanti prima dell’autogol di Mario Gila, decisivo per il risultato finale. Un mancato intervento che ha fatto montare la rabbia della dirigenza biancoceleste.
Al termine della partita, il direttore sportivo angelo Fabiani, si è scatenato ai microfoni di Sky, accendendo un riflettore sull’episodio che ha deciso la partita. “Complimenti ai nostri ragazzi che hanno fatto una gara eccezionale – ha detto il direttore sportivo biancoceleste ai microfoni di ‘Sky Sport’ –, ma quello che un po’ tutti chiedono è l’uniformità nei giudizi arbitrali. Douglas poco prima che prendiamo il gol dà un pugno a Patric ma lì il Var non vede. Lo stesso Douglas entra con il piede a martello su Rovella e il Var non interviene, ma lo fa sull’episodio di Romagnoli su cui l’arbitro invece va assolto perché aveva visto bene”, ha detto il dirigente biancoceleste
Fabiani torna sugli episodi che hanno condizionato il cammino della Lazio, partendo dal rigore concesso alla Fiorentina nel finale della sfida al Franchi. “A Firenze abbiamo preso rigore per intervento di Tavares visto dal Var. Ma questo Var a cosa serve? Questo è un male per il calcio e non per la Lazio, perché noi ci riprenderemo alla grande. Ma cosìpraticamente passiamo al calcetto ed eliminamo i contatti. Facciamo una class per abolirlo a questo punto”. Fabiani insiste: “Se io sbaglio una campagna acquisti il mio presidente mi caccia via. Allora anche questi signori che stanno al Var vanno fermati, perché non sono all’altezza. Il Var a chiamata? Porterebbe confusione su confusione e una partita durerebbe due ore, va lasciata la discrezionalità da campo all’arbitro”.