Gigot, pronto all’esordio con la Lazio, raccontato da Fabio Fava, scrittore e giornalista che segue da anni il Marsiglia
Dopo due mesi dal suo arrivo a Roma. Samuel Gigot è pronto all’esordio con la maglia della Lazio. Il trentunenne difensore francese, acquistato negli ultimi giorni di mercato al posto di Casale (ceduto in prestito al Bologna), non ha ancora giocato un solo minuto con gli uomini di Baroni. Prima un normale periodo di adattamento, poi un problema alla spalla che lo ha costretto ad uno stop di almeno quindici giorni, infine un lavoro specifico che gli ha permesso di ritornare in condizione.
L’inizio della sua esperienza italiana è stato costellato di problemi e dubbi. Stasera Marco Baroni punterà sulla sua voglia di mettersi in evidenza: “Sono fiducioso di metterlo in campo, è arrivato il suo momento, sta bene, gli ho detto di pensare solo alla partita, poi vediamo la tenuta nel corso della gara”, ha detto ieri il tecnico a margine della conferenza stampa di presentazione della sfida tra i biancocelesti ed il Twente. Gigot è uno degli osservati speciali. Molti riflettori saranno infatti puntati su di lui. “La Lazio lo scoprirà presto – ci confida Fabio Fava, scrittore e giornalista, che da anni segue da vicino le vicende dell’Olimpique Marsiglia – e capirà di avere un giocatore che potrà dare personalità e forza al reparto arretrato. Nella sua storia, rivedo molto del passato di Guendouzi”.
Quanta curiosità c’è di vedere l’esordio di Samuel Gigot con la Lazio?
“Aspetto con grande curiosità di vederlo all’opera. Non nascondo che lo guarderò con attenzione. Se esordirà, vuol dire che starà bene fisicamente ed è la cosa più importante. E se starà bene, darà una grossa mano alla Lazio, allungando le rotazioni nel reparto difensivo. Io credo che la Lazio di Baroni sia una macchina, non perfetta, ma ben funzionante, e mi da l’idea che in questo momento, se togli un elemento e ne metti un altro, nove volte su dieci funziona”.
Giocherà contro il Twente, una squadra che fa del gioco offensivo, una sorta di mantra…
“Vedere in campo Gigot in Europa può essere un gran bel test anche per il campionato, dove può ritagliarsi un grande spazio e regalare alla Lazio le sue principali qualità. Il calciatore è molto adatto al calcio italiano e al modo di giocare di Baroni. Ne sono convinto”.
Cosa si aspetta di vedere dalla prima prova biancoceleste del difensore francese?
“Da Samuel Gigot mi aspetto di vedere quello che ho visto negli ultimi anni. Non tanto negli ultimi mesi della sua esperienza Francese, ma sicuramente quello che ha dimostrato al Marsiglia in questi anni. Lui è un guerriero, un lottatore. Uno che, tra l’altro, è in grado anche di segnare diversi gol, amando sganciarsi in fase offensiva. Lui sa interpretare soprattutto un certo tipo di partite. Non è un caso che è stato spesso decisivo nei derby. Nelle gare in cui bisogna giocare partite di grande fisicità, lui è il massimo”.
Come va gestito?
“Va tenuto sempre sulle spine. Non bisogna farlo adagiare, ma io sono convinto che, se inizia a giocare con continuità, potrebbe davvero diventare protagonista. Nel giro di poche settimane potrebbe prendersi la scena. C’è una cosa, sulle altre, che può regalare alla Lazio e ad una squadra che ha dimostrato di essere forte, ma di avere qualche limite dettato dalla giovane età di molti calciatori…”
Quale?
“La personalità. Se penso a lui, penso ad un giocatore di grandissima personalità: è chiaro, deve saper limitare certi eccessi, ma se penso a lui, mi vengono in mente molti giudizi che si facevano anche su Guendouzi: molti sottolineavano più gli eccessi che la qualità dei giocatori. Poi lo abbiamo visto all’opera. Io auguro a Gigot di entrare nel cuore dei tifosi della Lazio come ha fatto Guendouzi. E, al di la dell’arrivo da Marsiglia, per me ci sono delle parti in comune.