Baroni-Sarri, il confronto impazza nel mondo biancoceleste. “Fino allo scorso anno non mi divertivo e mi annoiavo. Ora è tutto un altro mondo”
Otto vittorie in dodici partite, leader della classifica in Europa League a punteggio pieno, quarto posto in serie A in coabitazione con Atalanta, Fiorentina e Udinese: i numeri della Lazio in questa prima parte di stagione parlano chiaro. La squadra di Baroni è una delle più belle sorprese di questo inizio di stagione: vince, segna, diverte e impressiona per qualità di gioco e per il modo in cui riesce a gestire i momenti chiave della gara.
Marco Baroni è sugli scudi: il tecnico biancoceleste ha saputo allontanare i dubbi e le incertezze che lo accompagnavano in questo inizio di stagione ed ha trasformato lo scetticismo in esaltazione. Il suo impatto è stato devastante: ha ottenuto le risposte che cercava dai suoi giocatori, è stato abile a tenere tutti sulla corda e a far partecipare tutto il gruppo: il suo turn over, massiccio, ma ragionato, ha permesso di coinvolgere tutti nel suo progetto. Un particolare in netta controtendenza con ciò che accadeva lo scorso anno con Maurizio Sarri, che sembrava allergico al turnover e alle turnazioni. “E i risultati si vedevano. Prima ci annoiavamo, oggi ci divertiamo”, dichiara Andrea Balzanetti ai microfoni di Radio Olympia.
Baroni-Sarri, il confronto: “Prima mi addormentavo, oggi ci divertiamo anche quando perdiamo”
Baroni-Sarri, il confronto si fa acceso. Il giornalista, grande tifoso biancoceleste, esalta il lavoro di Baroni, che sembra essere stato in grado di tenere tutti sulla corda. “Tutti fanno parte del progetto a pieno titolo. Non è come gli allenatori che avevano undici titolari, un paio di alternative e basta. Vogliamo ricordare come ragionavano Inzaghi e soprattutto Sarri?”. Balzanetti prende ad esempio la gestione di un giocatore: “Mario Gila con Sarri ha fatto un anno in panchina: lo scorso campionato ha giocato solo perchè si sono rotti i tre che aveva davanti. Altrimenti sarebbe rimasto ancora a guardare giocare gli altri senza fare neanche un minuto. Lo stesso Kamada era stato accantonato. La grandezza di Baroni è questa: sta facendo giocare anche Dele Bashiru, che onestamente è ancora tutto da vedere. E durante la partita, non ha timore a sostituire anche i più bravi. Quando in passato usciva Immobile o Luis Alberto sembrava un dramma. Oggi arrivano i gol da tutti”.
La Lazio di quest’ anno sembra convincere tutti. “E non solo per i risultati. Parlo proprio del gioco, di come si affrontano le partite. Io con la Lazio di Sarri non mi sono mai divertito. Anzi, in certe gare, soprattutto quelle notturne, mi addormentavo allo stadio. Oggi, anche quando perdi, giochi a calcio: vediamo partite con sette o otto tiri in porta, numeri che lo scorso anno collezionavamo in tre o quattro partite. Un altro mondo”. Baroni convince anche per le scelte in corso: “Legge la partita, cambia anche in corsa: ieri giocavamo con quattro punte, poi ci siamo messi a giocare 4-3-3. Io appena la Lazio ha preso Baroni sono stato contento. Io vorrei sapere quanti giocatori del Verona, che lo scorso anno ha trasformato Baroni, che prenderemo nella nostra squadra? Nessuno”.
Il confronto con il passato, sembra impietoso. La Lazio di quest’anno si è trasformata: nel modo di giocare e nei calciatori che sono stati acquistati e ceduti. Nel corso dell’estate le critiche (dopo le cessioni di numerosi big), sono state tante: “Se ci fossero stati Luis Alberto e Immobile non sarebbe stata la stessa cosa. Se ci fosse stato Immobile, per me giocava solo lui e non avremmo avuto questi risultati. Ma di una cosa sono certo: se li avesse avuti a disposizione, Baroni avrebbe trovato un modo per farli giocare. Non è un tecnico che adatta i giocatori al suo modo di giocare; è uno che fa esattamente il contrario. Ed è la grande differenza con Sarri, che non cambiava mai. La rigidità non è sinonimo di intelligenza, anzi. E non vale solo per Sarri. Io vado allo stadio da quaranta anni, seguo la Lazio da sempre, ma ho smesso di vederla solo un anno: quando c’era Zeman, a causa della sua rigidità. Quando vedevo che c’era una squadra che non cambiava mai, mi arrabbiavo”.
Il futuro e gli obiettivi della Lazio
Dove può arrivare la Lazio? “Non ne ho idea – conclude Balzanetti – siamo ancora agli inizi ed è ancora troppo presto per capire quelli che sono gli obiettivi. La Lazio per me può rimanere incollata al treno Champions, poi vediamo chi reggerà fino alla fine. Una cosa importante, da sottolineare, è che la Lazio non perde punti con le piccole e questo in classifica è fondamentale. Ora è ancora troppo presto, ma la Lazio sta li: vediamo tra qualche settimana, ma una cosa è certa: io con questa Lazio mi diverto. Rispetto al passato”.