Noslin ha sbloccato la sfida contro il Genoa con un colpo da maestro: il primo gol all’Olimpico. Per molti, l’ex veronese è ancora un oggetto misterioso, ma c’è una statistica che parla chiaro…
Sembrava destinato alla panchina e a ritagliarsi un ruolo marginale, ma è stato in grado di trasformare una domenica ordinaria in un momento eccezionale, forse in grado di cambiare la sua storia biancoceleste. Tiijani Noslin ha stupito tutti e contro il Genoa ha trovato il primo gol con la maglia biancoceleste segnato allo stadio Olimpico. Una rete tutt’altro che semplice e arrivata dopo una grande giocata personale: tunnel ai danni di Vogliacco, tocco di prima a disorientare Vasquez e tiro preciso all’angolo alla sinistra di Leali.
Un colpo da biliardo, una giocata straordinaria che ha permesso agli uomini di Baroni di rompere l’equilibrio e scardinare il muro genoano. Noslin aspettava con ansia un numero del genere davanti al suo nuovo pubblico. Del gruppo attaccanti a disposizione di Baroni, l’ex veronese era l’unico destinato a recitare un ruolo da comprimario in questa settimana. Attraverso la turnazione, il tecnico aveva infatti ruotato tutti i componenti del reparto offensivo a sua disposizione: contro il Twente in Europa League erano partiti dal primo minuto Tchoauna, Pedro, Zaccagni e Dia; nella sfida casalinga con il Genoa, il tecnico sveva in mente di proporre Isaksen, Dia, Zaccagni e Castellanos.
Tijjani era destinato a restare fuori e ad essere l’unico a non partire neanche una volta dal primo minuto. Complice l’espulsione rimediata nella gara d’esordio in Europa League contro la Dinamo Kiev e i tre turni di squalifica rimediati nella competizione internazionale, Noslin non era riuscito ad entrare nel turn over organizzato dall’allenatore: ma l’influenza intestinale che ha messo ko Zaccagni, ha spalancato le porte della formazione titolare all’ex veronese, che ha immediatamente sfruttato l’occasione. Noslin è andato a segno e nel corso della gara si è messo in evidenza anche per un paio di ottimi recuperi difensivi, premiando la scelta dell’allenatore.
Per molti si è trattato del primo squillo stagionale: una sorta di primo acuto, da quando veste la maglia della Lazio. In realtà i numeri evidenziano una statistica completamente diversa. Nonostante l’olandese sia stato uno dei calciatori più criticati e spesso sotto l’occhio del ciclone, dall’inizio della sua avventura romana, è ad oggi l’attaccante con la media gol più alta (tra quelli che hanno giocato almeno cento minuti nelle prime nove giornate di campionato) della Lazio. Meglio di lui ha fatto solo Pedro, protagonista indiscusso di questo inizio di stagione. Ma lo spagnolo (che ha già segnato due reti in campionato), ha giocato solo 93′: troppo poco per una comparazione.
Noslin ha segnato due reti: la prima decisiva per il risultato finale a Torino e la seconda contro il Genoa, che ha permesso ai biancocelesti di sbloccare il risultato e rompere l’equilibrio. Considerando i 313 minuti nei quali è stato utilizzato da Baroni, l’olandese ha messo a segno una rete ogni 156′: la media gol più alta degli attaccanti. Noslin precede Dia (un gol ogni 170′), Castellanos (una rete ogni 229′), Zaccagni e Isaksen. Tchaouna non è ancora riuscito ad andare a segno, mentre Pedro (che ha una media eccezionale: un gol ogni 46 minuti), ha un minutaggio troppo risicato per entrare in questa classifica.
I numeri parlano chiaro ed evidenziano come l’ex veronese, che forse più di altri ha pagato lo scotto di essere stato catapultato in un ambiente diverso, molto più esigente e nel quale doveva scalare posizioni. Fin da subito ha dovuto fare i conti con lo scetticismo e con il peso di una valutazione (nove milioni fissi, più bonus che potrebbero far levitare il prezzo totale fino a diciotto milioni di euro), ritenuta eccessiva, per un giocatore che aveva solo quattro mesi di esperienza nel nostro campionato. Ma per Baroni (che si è affidato a lui lo scorso anno per salvare il Verona) sono bastati a chiederne l’ingaggio anche alla Lazio. Il tecnico lo ha lanciato titolare nelle prime due giornate (contro il Venezia all’esordio fu il protagonista dello spunto che portò all’assegnazione di un calcio di rigore), poi con l’arrivo di Dia e il cambio modulo, lo ha lasciato ai margini.
L’espulsione rimediata in Europa League contro la Dinamo Kiev lo aveva condizionato, ma Noslin è stato in grado di guardare oltre e di superare anche i primi momenti di difficoltà. Ora aspetta una nuova chance per tornare a lasciare il segno. Contro il Como, nel posticipo del turno infrasettimanale di giovedì, spera di poter avere un’altra occasione. Per smentire gli scettici e continuare a migliorare questa media realizzativa.