Cosa sta succedendo a Castellanos? L’attaccante argentino è fermo da più di un mese: “Ti fa avvelenare. E’ capace di gol pazzeschi, ma poi…: con Ciro era diverso”
In una Lazio che vola e che regala soddisfazioni ai tifosi e agli addetti ai lavori (otto vittorie nelle prime dodici partite stagionali), c’è un piccolo caso che agita l’ambiente: in una squadra che segna gol a ripetizione e nella quale tutti i giocatori offensivi si stanno mettendo in evidenza, Taty Castellanos sembra vivere una piccola involuzione. Almeno da un punto di vista realizzativo. L’ultima rete in campionato, è stata realizzata il sedici settembre scorso, nella sfida casalinga contro il Verona. Castellanos realizzò la rete del decisivo 2-1, avventandosi su un corner in area di rigore.
Da quella sfida in poi, l’argentino si è fermato: fuori (per infortunio) a Firenze, Castellanos è rimasto all’asciutto contro Torino, Empoli (con tanto di calcio di rigore fallito), Juventus e Genoa. Cinque partite consecutive senza segnare: un’enormità per un attaccante. L’unica nota positiva è arrivata nella sfida casalinga contro il Nizza, quando realizzò una splendida doppietta. Cosa sta succedendo all’attaccante argentino? La sua involuzione (almeno nei numeri) è un dato da non sottovalutare?
Il dibattito infiamma il mondo biancoceleste. Nelle trasmissioni radiofoniche, sui social e nelle discussioni tra i tifosi, il nome dell’attaccante argentino è tornato prepotentemente in ballo. “Il problema c’è – sottolinea Armando Fioretti del Tg56 ai microfoni di Radio Olympia – ed è giusto sottolinearlo. Io credo che Castellanos sia un giocatore importantissimo per il gioco della squadra, ma se la Lazio vuole crescere, davanti c’è bisogno di un attaccante più freddo e preciso”.
La vittoria con i Genoa è arrivata grazie ai gol di Noslin, Pedro e Vecino. Le due punte centrali, Castellanos e Dia, sono rimaste a secco: “La Lazio gioca un calcio splendido: ha quella freccia sulla sinistra che si accende all’improvviso come nel gol di Noslin. Ha una fisicità diversa, con giocatori di gamba, che gioca spesso sugli esterni. Avere Tchaouna, Isaksen, Zaccagni, gente che va tanto, è un grande vantaggio. Ma c’è un problema che sta sorgendo nell’ultimo periodo. Castellanos deve essere più puntuale sotto rete. Ma per il movimento che fa, è importantissimo. Anche Dia è un giocatore fondamentale, che ti regala un motore diverso. Il problema è che nelle ultime quattro partite, i due attaccanti non sono andati in gol. E questo alla lunga, può essere un problema”, prosegue Fioretti.
Ma a preoccupare, più che Dia (che ha giocato meno rispetto a Castellanos e che ricopre un ruolo diverso, muovendosi alle spalle della punta centrale) è proprio il centravanti argentino. Che sta segnando molto meno. “Il problema riguarda più Castellanos: Dia gioca più arretrato, apre gli spazi, non fa la prima punta. Castellanos è cresciuto tantissimo, ma quella esplosività che aveva nelle prime partite è venuta meno. Deve fare più gol, ma quello è un suo limite e lo conosciamo. Se la Lazio vuole andare in Champions League, serve un attaccante che vada sicuro in doppia cifra. Serve un altro centravanti”.
Castellanos segna meno, ma con i suoi movimenti ha creato comunque diverse occasioni. Un dato che può essere letto in due modi: da una parte (il più rassicurante) è che, l’argentino non vive una situazione di involuzione tattica, che lo porta ad estraniarsi dal gioco, anzi… Dall’altra, forse l’aspetto più negativo, è che Taty continua a fallire troppe occasioni: “Guardate le partite: con l’Empoli quante occasioni ha avuto Castellanos? Diverse, anche con il Genoa un paio di volte ha avuto la chance per andare in gol, ma l’ha fallita”, ribadisce Fioretti. “Se ci fosse stato Immobile, sarebbe stata un’altra cosa. Dal punto di vista realizzativo non c’è paragone: sono due giocatori completamente diversi. Io non voglio rimpiangere Ciro, anzi sono contento che ci sia Castellanos, che aiuta tantissimo la squadra, ma sotto porta deve essere più freddo”.
In Europa League, per due partite, è stato provato Dia come punta centrale. Una possibilità da riprovare anche in campionato? “No, perchè Castellanos fa giocare bene la squadra. Fateci caso, Baroni toglie tutti dal campo, tranne Castellanos: l’argentino fa giocare bene la squadra, attacca meno la profondità rispetto a Dia, ma aiuta tanto la Lazio a salire. Non dimentichiamoci che è decisivo per il gol di Pedro a cinque minuti dalla fine. Deve solo migliorare ed avere più freddezza sotto porta”. Castellanos ha segnato cinque gol nelle prime dodici partite stagionali: tre in campionato (contro Venezia, Milan e Verona) e due in Europa League (contro il Nizza).
L’argentino, dato rilevante, ha sempre e solo timbrato il cartellino allo stadio Olimpico. Anche lo scorso anno l’argentino si era reso protagonista di prestazioni super all’Olimpico e di battute a vuoto lontano dalla capitale (segnò solo a Frosinone). Ma al di là di questa curiosa statistica, a preoccupare è un’altra considerazione: “La cosa che ti fa avvelenare di Castellanos è che a volte fa dei gol pazzeschi: pensate a Lazio-Nizza, alle due giocate che fa su quel campo. Il pallonetto sull’uscita del portiere e poi quella giocata meravigliosa che ha portato alla sua doppietta. Poi con l’Empoli, dopo il rigore, ha fallito quel gol da due passi tirando addosso al portiere. Questo è Castellanos: giocatore capace di giocate incredibili, ma non in grado di essere un killer sotto porta”.