I numeri non mentono. Il tecnico della Lazio ha una preferenza su un difensore in rosa. E le statistiche confermano la bontà della scelta
Marco Baroni ha spesso ruotato i giocatori a sua disposizione, facendo del turnover una sorta di punto di riferimento. Il tecnico dei biancocelesti ha avuto il merito di far sentire tutti i calciatori della rosa come potenziali titolari, dando loro fiducia e lanciandoli anche in momenti delicati di questa prima parte di stagione. “Non gioca con undici titolari, ma ti fa sentire parte del progetto”, ha svelato nei giorni scorsi Luca Pellegrini, uno dei calciatori rivalutati dal nuovo allenatore. Le risposte sono sotto gli occhi di tutti.
Baroni ha ruotato i titolari in tutte le zone del campo: dal portiere (con Mandas utilizzato in Europa League), alla difesa, dai centrocampisti ai trequartisti, fino alle punte, con Dia e Castellanos che sono stati ruotati, nelle poche occasioni nelle quali non sono stati utilizzati insieme. Le rotazioni numericamente più scarse (per numero di calciatori a disposizione) riguardano i centrali di difesa e la coppia di mediani. A centrocampo il tecnico ha potuto fin qui contare su solo tre centrocampisti di ruolo (Rovella, Guendouzi e Vecino), più Dele Bashiru e Castrovilli, generalmente utilizzati come trequartisti, ma all’occorrenza adattati.
In difesa, dopo il pieno recupero di Gigot (arrivato l’ultimo giorno di mercato e costretto a fermarsi per un problema fisico nelle settimane successive), il tecnico ha potuto ruotare i suoi quattro centrali: Romagnoli, Gila (la coppia schierata contro il Cagliari nell’ultimo turno), Patric e lo stesso Gigot, ottenendo risposte confortanti da tutti i suoi difensori. Il tecnico, attraverso le scelte, ha dimostrato di non avere ancora una preferenza sulla coppia titolare. “Noi l’abbiamo saputo ieri come giocavamo, dovresti chiederlo a lui in base a cosa sceglie ma cerchiamo di stare sul pezzo. Bisogna avere una rosa ampia per giocare su tre fronti”, ha risposto Alessio Romagnoli (uno dei centrali più esperti in rosa) alla domanda sui motivi che spingono Baroni a scegliere una coppia piuttosto che un’altra.
Alla base delle scelte ci sono anche le caratteristiche degli attaccanti avversari. Baroni non ha ancora una coppia preferita, ma seguendo i numeri e le formazioni fin qui messe in campo, si evince come, tra tutti i centrali a disposizione, ce ne sia uno che per il tecnico risulta insostituibile: si tratta di Mario Gila. Da quando il centrale spagnolo è tornato a disposizione (aveva saltato le prime tre partite per un problema muscolare), in campionato ha saltato solo i cinque minuti finali della sfida con il Genoa: una resa dovuta ad una botta subita. In otto partite ha collezionato 805 minuti. Anche in Europa è stato schierato in tutte e tre le sfide: titolare contro il Nizza e subentrato con Dinamo Kiev e Twente.
Per Mario Gila non sembra esistere turnover. E la spiegazione è presto detta. Il centrale non solo è tra i più attenti nella fase difensiva (nonostante le due autoreti stagionali), ma si lascia apprezzare anche in fase d’attacco. I numeri della sua prestazione con il Cagliari sono eloquenti: Gila ha effettuato cinque recuperi difensivi, ma ha anche giocato settanta palloni: il secondo dopo Rovella (il regista della squadra). I suoi passaggi riusciti sono stati cinquantadue, il 93% di quelli provati nel corso della partita: di questi ben 8 nella trequarti campo avversaria. Contro i rossoblù è stato poi il quinto giocatore ad aver percorso più chilometri (9.71, dietro solo a Rovella, Pellegrini. Romagnoli e Castellanos) ed il terzo per sprint in velocità. Ha infatti toccato i 32,8 km orari in una progressione.
Numeri che lo rendono insostituibile per Baroni, che ne apprezza le doti difensive e la capacità di dare manforte alla manovra. Gila si lascia preferire agli altri centrali a disposizione: vedremo come il tecnico intenderà gestirlo nel doppio impegno con Porto e Monza: le ultime due sfide prima della sosta per le nazionali.