Le parole del tecnico della Lazio alla vigilia della sfida con il Porto, valevole per la quarta giornata di Europa League
Un occhio al campionato, uno all’infermeria e uno all’ Europa League. Marco Baroni prepara la sfida con il Porto. Un match che regalerà un saggio delle ambizioni della squadra biancoceleste. Il tecnico svela alcune delle scelte di formazione. A partire dal nome del portiere che scenderà in campo…
Che esame è questo per la Lazio?
“Noi cercheremo di mettere in campo la formazione che sta meglio, soprattutto dal punto di vista del dispendio di energie. Per ni è una partita importante, difficile e bellissima. Giocheremo con un avversario di livello internazionale. Per noi è un test vero e dovremmo affrontarlo con una prestazione di alto livello”.
La Lazio ha dimostrato anche di saper soffrire in certe partite
“C’è voglia di soffrire, di essere compatti. La squadra sa anche cambiare registro nel corso della gara. Non puoi sempre dominare: qualche volta devi saper scendere e in quel momento non deve mancare l’aspetto dell’attenzione. Il Porto è una squadra alla quale devi concedere poco spazio e dare tanta pressione sulla palla”.
Quali sono le differenze del Porto di oggi rispetto a quello dello scorso anno quando c’era Sergio Conceicao?
“Abbiamo pochi giorni per preparare le partite ed ho analizzato questa squadra, non quella del passato. E’ una squadra che va in verticale, che spinge sulle fasce con i terzini. Sicuramente sarà una bella partita: aperta, ma divertente”.
Le scelte sui centravanti, su Tavares e sui portieri.
“Sui portieri mi ero già espresso. Il nostro portiere titolare è Provedel, ma quando ci sono le condizioni, come faccio anche con gli altri, cerco di dare una chance anche a Mandas. Io credo che tutti dobbiamo crescere. In quel ruolo gli spazi sono stretti: mi prendo l’ultimo allenamento per decidere, ma il fatto che possa esserci un cambiamento non cambierebbe le gerarchie. Nuno Tavares sarà della partita, visto che l’ultimo match non ha giocato per squalifica. Per il resto abbiamo qualche acciacco, dovuto alle tante gare ravvicinate. Mancano due gare per chiudere un ciclo di sette gare in 21 giorni. L’attenzione mia e dello staff sanitario deve essere attenta alla gestione di queste risorse”.
Sull’inizio di questa stagione e sulle opportunità del tecnico e di Nuno Tavares.
“Noi viviamo di grandi opportunità: sapevamo le qualità di Nuno Tavares. Noi cerchiamo di mettere tutti i giocatori nelle condizioni di dare il massimo. Le opportunità nella vita e nella nostra professione ce le andiamo a prendere e non dobbiamo sbagliarle”.
Se dovesse definire la sua Lazio, come la definirebbe e cosa le è piaciuto maggiormente? Quali sono gli aspetti che l’hanno sorpresa?
“Difficile ridurre ad un aggettivo. Noi abbiamo tracciato una linea: io ho sempre cercato di proporre un calcio di coraggio, di lavoro e di emotività. A me piace quando vedo squadre con queste caratteristiche. Ho trovato una partecipazione straordinaria: la squadra ha capito la proposta e la sta seguendo. Dobbiamo ancora lavorare perchè per creare un’identità servono gare di livello e domani sarà una di queste”.
La Lazio non è mai arrivata in fondo in Europa League.
“Il nostro lavoro è meraviglioso perchè abbiamo sempre una nuova opportunità. L’ambizione non è un titolo, è una cosa che va curata, ogni giorno e ogni momento: con l’attenzione e il lavoro. Questo per me vuol dire essere ambiziosi. E la squadra deve trasformarla nella voglia di crescere. Quando ci sono queste prerogative si può arrivare lontano. L’arrivo è lontano, ma il percorso è più importante dell’arrivo”.
Con il Porto sarà un big match: quanto è importante giocarlo in casa?
“Lo spessore dell’avversario è alto. Sono abituati a giocare queste partite. A noi fa piacere giocare con il nostro pubblico, ma sappiamo che loro non si faranno intimorire dal giocare in trasferta. Per loro parla la storia. Dovremmo sfruttare l’occasione. Tutto dovrà passare attraverso una grande prestazione, perchè senza sarebbe dura”.