Ventuno anni fa, la Lazio guidata da Mancini venne eliminata dal Porto in semifinale di Coppa Uefa. Il brasiliano Cesar era in campo: “Oggi speriamo riescano a vendicarci”
“Sono piacevolmente stupito dalla Lazio e da questo inizio di stagione”. Cesar Aparecido Rodriguez, per tutti Cesaretto, ex centrocampista brasiliano che ha vestito la maglia della Lazio dall’estate del 2001 al gennaio del 2006, è rimasto colpito dalla squadra di Baroni, protagonista di un inizio di stagione più che positivo, con dieci successi nelle prime quattordici gare stagionali.
Domani i biancocelesti ospiteranno il Porto, una gara che rievoca nella testa di Cesar, ricordi negativi. “Arrivammo in semifinale di Coppa Uefa dopo un percorso eccezionale. Andammo anche in vantaggio in Portogallo, ma poi crollammo. La verità? Non li conoscevamo benissimo ed un pò siamo rimasti sorpresi – dichiara in esclusiva ai nostri microfoni l’ex centrocampista brasiliano – sono sati super aggressivi, ci hanno messo in difficoltà ribaltando subito il risultato. Arrivavano da tutte le parti. Perdemmo 4-1, poi non riuscimmo a ribaltarla al ritorno. Speriamo “.
Ha detto che è rimasto sorpreso dalla Lazio. Si aspettava un inizio diverso?
“Devo dire la verità. Ero piuttosto scettico al termine del mercato. Sapevo che erano stati acquistati dei giocatori validi, ma il pensiero che arrivassero da squadre come la Salernitana o il Verona, dove generalmente si gioca per altri obiettivi, non mi faceva entusiasmare. Così come anche il nome di Baroni non era uno di quelli che ti permettevano di esaltarti”.
E poi?
“E poi il calcio ti dice una cosa: che attraverso il lavoro puoi ottenere qualsiasi risultato. Se prendi i giocatori giusti, adatti al modo di giocare del tuo allenatore e lo metti nelle condizioni di poter lavorare sin dal primo giorno di ritiro con la stragrande maggioranza della rosa, i risultati arrivano. La Lazio ha fatto un piccolo miracolo”.
Cosa le piace della squadra di Baroni?
“Che ha una sua identità precisa e non è una cosa da tutti. Gioca con personalità, prova sempre a fare la partita. E’ bella da vedere. E poi bisogna sempre vedere il progetto che vai a realizzare. Se tu compri un allenatore rinomato, e fai una campagna acquisti sontuosa, spendendo tanti soldi, allora è normale aspettarsi i risultati. Quando arrivano attraverso il lavoro del tecnico e dei calciatori, allora tutto diventa più bello”.
Baroni sta attingendo spesso alla rosa attraverso il turnover
“E i risultati arrivano. Quando i gol arrivano dalla panchina, è sempre un bellissimo risultato. Guardate Pedro come entra in campo: ha voglia, ha lo spirito giusto. Anche con il Cagliari poteva segnare. Anche Zaccagni è entrato ed ha segnato. Sono tutti bei segnali”.
Chi la sta sorprendendo della squadra?
“A centrocampo mi piace tantissimo Rovella. E’ fantastico, sta dappertutto. Lo vedi in tutte le zone del campo: ruba palloni, li gioca bene, serve i compagni e lo fa sempre con grande personalità. E poi c’è Nuno Tavares, una furia”.
Cosa c’è da migliorare?
“Alcune letture di alcuni momenti della gara. Tu faccio un esempio: il finale di Lazio-Cagliari non mi è piaciuto. E’ come se, dopo le espulsioni, la Lazio abbia pensato di aver già vinto e nel calcio di oggi non te lo puoi permettere. Nel fiinale hai concesso un corner ad una squadra in nove: non va bene. La Lazio deve migliorare questi aspetti e cercare di essere anche più cattiva”.
Baroni gioca con quattro attaccanti, più Nuno Tavares che spinge…
“A me piace molto questa idea di gioco. Si tratta di un gioco offensivo, ma allo stesso tempo concreto. La Lazio non si butta all’attacco in modo scriteriato, anzi: è molto equilibrata. In questo momento non deve fermarsi: deve proseguire a credere in quello che fa, a lavorare sodo e a seguire il proprio allenatore. La Lazio è propositiva, ma concreta. La Lazio sta facendo bene e sta sfruttando il momento positivo. Si vede che con il lavoro sta raggiungendo grandi risultati. La mentalità è vincente”.
Quale giocatore la sta entusiasmando?
“Nuno Tavares è fuori concorso. Una furia, è poi gioca nel mio ruolo (ride ndr.), ma come dicevo prima Rovella è un giocatore di qualità e di quantità e anche Lazzari è un terzino che spinge e che sa creare pericoli alla difesa avversaria. Ma a me piace sottolineare una cosa: è l’insieme che fa la squadra: Nuno Tavares e Lazzari attaccano così, perchè c’è una squadra che glielo consente, con un atteggiamento giusto e con tanta attenzione”.
Baroni stasera potrebbe cambiare tra i sette e i novi calciatori titolari. Sta cercando di tenere tutti sul pezzo…
“Questo aspetto è fondamentale. Tutti si sentono utili. Ogni giocatore deve essere professionista a prescindere, ma quando hai a che fare con allenatori sistematici, che giocano sempre con gli stessi e non cambiano mai, rischi di perderti. Ma quando hai un tecnico che ti tiene in considerazione, che ti fa capire che su di te ci conta, sei portato a dare di più. Ogni occasione diventa una vera opportunità, una possibilità per dimostrare che si è pronti. E le risposte sono sotto gli occhi di tutti”.
Qual è l’obiettivo della Lazio in questa stagione secondo lei?
“Ora è troppo presto. La classifica è corta e non bisogna guardare troppo oltre. Con il Cagliari lunedì scorso ha ottenuto una vittoria sofferta, ma importante. Se penso a questa prima parte di stagione mi vengono in mente le trasferte di Firenze e Torino e il pareggio con il Milan. Pensate che classifica sarebbe stata con quattro punti in più. Ma al di la dei punti, sarà importante mantenere questa ambizione, che si basa sul lavoro: se proseguirà così, questa squadra può dire la sua anche per la Champions: ha tante opzioni nel corso della stessa partita. Deve fare un passo alla volta, senza troppe pressioni. Ma continuando a credere che questa è la strada giusta. Intanto speriamo che stasera sia in grado di vendicarci”.