Si presenta in apparenza facile l’incontro di domani pomeriggio allo U-Power Stadium, ma la squadra allenata dal grande ex difensore biancoceleste avrebbe meritato più punti
La Lazio è attesa a Monza dell’ex capitano dello scudetto Alessandro Nesta, dall’ultima fatica di questo secondo mini ciclo di partite consecutive, dove ha giocato ancora altre sette partite in soli 19 giorni tra campionato e Europa League. Una piccola parte di stagione che ha visto la truppa biancoceleste, dopo aver perso la prima contro la Juventus a Torino, vincere tutte gli altri incontri inseriti in calendario. L’ultima è stata quella dello scorso giovedì quando ha avuto la meglio dei portoghesi del Porto all’Olimpico.
Nesta alla Lazio è stata una storia d’amore interrotta all’improvviso per esigenze comuni. Cresciuto nelle giovanili biancocelesti, dopo aver vinto lo scudetto Primavera, esordisce giovanissimo in prima squadra grazie al boemo Zeman. Nove stagioni, 261 presenze con l’aquila sul petto, è uno degli artefici dell’età dell’oro della Lazio cragnottiana. Sei trofei uno dopo l’altro, scudetto, due Coppe Italia, la Supercoppa italiana, la Coppa delle Coppe e la Supercoppa europea, tutti trofei alzati come capitano. Fino al doloroso passaggio al Milan per “esigenze di bilancio”. Per anni idolo di intere generazioni, resta un laziale che ha coronato il sogno da bambino: vincere con la sua squadra del cuore.
La sfida del cuore
La Lazio lanciatissima delle quattro vittorie su quattro in Europa e delle nove partite vinte delle ultime dieci disputate, un terzo posto in classifica che fa sognare il popolo biancoceleste grazie a una squadra che sembra giocare a memoria, contro un Monza ultimo in classifica, ma che molto probabilmente meritava più dei punti ottenuti. Monza-Lazio di domani alle ore 18 all’U-Power Stadium sarà un tuffo al cuore per l’allenatore biancorosso Alessandro Nesta, che per 17 anni ha vestito la maglia della squadra capitolina tra giovanili e Serie A. Però il tecnico romano dovrà mettere da parte le emozioni e concentrarsi sulla partita, cercando di portare a casa quei 3 punti che la formazione brianzola non riesce a ottenere in casa in campionato dall’ormai lontano 16 marzo. Un rendimento casalingo complicato, il più delle volte sfortunato, ma che comunque lo ha visto fermare con prestazioni davvero convincenti prima l’Inter Campione d’Italia, poi la Roma. Certo è che l’unica vittoria ottenuta in campionato dagli uomini di Nesta è stata a Verona soltanto alla nona giornata.
Una squadra quadrata
L’inizio di stagione è stato alquanto complicato per il Monza, soprattutto in casa dove è riuscita a ottenere soltanto tre punti. Non era facile per l’ex capitano dello scudetto della Lazio sostituire in panchina e nel cuore della gente Raffaele Palladino che così bene aveva fatto, ma piano piano, con il lavoro, la squadra è cresciuta e ora ha cominciato a girare a dovere. 352 o 3421, questi i due schemi alternati da Nesta alla prima esperienza in Serie A, con il gigante Djuric, che lo scorso anno ha già rifilato due gol alla Lazio, a giocare di sponda per favorire l’inserimento dei compagni. Daniel Maldini, fresco di convocazione in Nazionale, e Dani Mota a girargli intorno, Pessina e Bondo a cucire il gioco. Nesta fa giocare il suo Monza, non specula, Kiryakoupulos e Pereira sulle fasce accompagnano sempre la fase offensiva e sono sempre una fonte di gioco per la squadra. Pablo Marì e Izzo si occupano di organizzare la fase difensiva. Una squadra moderna che ribatte colpo su colpo e vuole sempre proporre la sua idea di calcio. Nonostante la classifica la Lazio deve fare una partita vera, concentrata, la Lazio vista contro il Porto potrebbe avere vita facile, ma se cala l’intensità allora potrebbe andare in grande difficoltà. Ne sa qualcosa l’Atalanta che ha affrontato una settimana fa in casa la squadra brianzola e per quasi 70 minuti è rimasta imbrigliata nella ragnatela organizzata da Nesta e, senza un gol inspiegabilmente annullato sullo 0-0, forse il risultato poteva essere completamente diverso.