Il tecnico della Lazio stravede per il centrocampista, che lo scorso anno ha raggiunto numeri eccezionali al Verona. “Già dai tempi della Reggina lo apprezzava per questo. E alla Lazio…”
La Lazio vola in campionato (secondo posto in compagnia di Atalanta, Inter e Fiorentina e con un punto da recuperare sul Napoli) ed in Europa League, dove si trova a punteggio pieno, con quattro vittorie su quattro gare disputate. I biancocelesti stanno dando spettacolo e sono stati in grado di creare gioco e di divertire. Hanno segnato venticinque gol (terzo miglior attacco dopo Atalanta e Inter) e nelle ultime settimane hanno calibrato la difesa.
Nel mondo biancoceleste ci si chiede come e dove poter migliorare la rosa attuale. Se davanti i numeri sono più che incoraggianti (Castellanos, Dia, Pedro, Isaksen, Noslin e Tchoauna sono tutti riusciti ad andare a segno) e la difesa sembra finalmente aver ritrovato solidità (nell’ultimo miniciclo in tre occasioni, con Twente, Genoa e Monza, la porta è rimasta inviolata), è il reparto di centrocampo, quello dove è possibile provare a migliorare. Almeno negli uomini a disposizione di Baroni.
Il tecnico ha infatti spremuto i tre titolari a disposizione (Rovella, Guendouzi e Vecino, che hanno collezionato minuti a ripetizione), mentre ha utilizzato con il contagocce sia Dele Bashiru che Castrovilli, lasciati ai margini. L’ex viola si è poi fermato anche per un nuovo problema al menisco, che lo ha obbligato ad un intervento e tornerà ad allenarsi tra non meno di una decina di giorni. In vista del mercato di gennaio i tifosi sognano un nuovo innesto. Baroni aspetta con ansia: fosse per lui riabbraccerebbe immediatamente Michael Folorunsho, centrocampista che ha allenato sia alla Reggina che al Verona e che ha rilanciato nel grande calcio.
Sotto la guida di Marco Baroni, Folorunsho ha raggiunto la Nazionale, ed è stato protagonista di una stagione super, con la maglia del Verona. Ma per quale motivo il centrocampista (cresciuto nella Lazio e che non ha mai nascosto la sua passione e l’amore per i colori biancocelesti) è così importante per il tecnico biancoceleste? E come verrebbe utilizzato nella Lazio. “Baroni stravede per Folorunsho – dichiara ai nostri microfoni Simone Antolini, cronista de L’Adige, che da anni segue il Verona – e fosse per lui lo porterebbe ovunque. So che ha cercato di portarlo a Roma anche quest’estate”.
Ma cosa potrebbe dare il centrocampista, attualmente ai margini al Napoli, nella Lazio di oggi? “Per Baroni, Folorunsho è un giocatore fondamentale. E’ l’elemento che più di ogni altro è stato in grado di esplodere nel suo Verona. Per il tecnico è stato un giocatore di grande duttilità. Sulla trequarti è riuscito a fargli esprimere tutte le qualità migliori: la capacità di intercettare palla, di ripartire, di essere pericoloso, di proporsi al tiro e di supportare la fase offensiva, aiutando anche quella difensiva. Sotto la guida di Marco Baroni, Folorunsho è esploso, ed è stato protagonista di un’evoluzione straordinaria. Figlia anche della sua grande disponibilità”.
In quale ruolo si muove meglio Folorunsho? La Lazio avrebbe bisogno di un’alternativa ai tre centrocampisti centrali. “Baroni lo ha utilizzato in tutti e due i ruoli. Sia da trequartista che in mediana. A me piace segnare tutto e conservare certi dati, e posso dirti che lo scorso anno, nel Verona Baroni lo ha utilizzato quindici volte da trequartista, gare nelle quali ha segnato tre gol, e quindici volte da centrocampista puro: dove ha segnato due reti. Diciamo che, sulla trequarti, il suo contributo è ancora più esaltante, ma anche davanti alla difesa, si è ben disimpegnato. E’ uno che può fare entrambi i ruoli: che dietro le punte da il meglio di se, ma che in mediana può starci assolutamente. Anzi…. sicuramente regalerebbe muscoli e qualità”.
Nessun dubbio sulle sue caratteristiche principali: “Lui ha una corsa di qualità: è molto bravo nei tempi di gioco, sia ad andare ad impattare in fase di interdizione, sia a proporsi senza palla e nel ragionare con la palla in mezzo ai piedi. E’ uno dinamico ed ha un gran tiro. Lui ci prova sempre, e quando vede la porta, tira: e tira bene, trovando la porta. Ed è bravo nell’incursione al tiro. Non a caso lo scorso anno è stata una delle sorprese del Verona”.