Dopo alcune convocazioni dove erano completamente assenti, tornano i laziali in Nazionale e la prima volta di Nicolò Rovella tiene alta anche la tradizione dei centrocampisti biancocelesti con la maglia dell’Italia
Sarà l’ultima sosta dell’anno del campionato di serie A dedicata alle partite delle varie nazionali di calcio, poi se ne riparlerà a marzo. Saranno due gli impegni dell’Italia del commissario tecnico Luciano Spalletti, domani a Bruxelles contro il Belgio del tecnico italiano Tedesco e domenica contro la Francia a San Siro per chiudere il girone di Nations League che ci vede attualmente al primo posto.
I giocatori della Lazio non hanno mai avuto tanta fortuna con le convocazioni in azzurro. Infatti, dopo i fasti del grande Silvio Piola, due Campionati del Mondo vinti quando il calcio era ancora soltanto in bianco e nero, negli ultimi 40 anni c’è stato un rapporto di amore e odio tra i tifosi della Lazio e i vari Ct dell’Italia. In questi anni, diversi calciatori avrebbero meritato più fortuna con l’azzurro addosso invece di essere o del tutto ignorati o sotto impiegati, nonostante stagioni straordinarie con la maglia biancoceleste. Da Chinaglia a Giordano, da Signori a Immobile tanto per citare i più significativi.
La maglia azzurra ha sempre rappresentato un fascino enorme per il popolo italiano, che l’ha sempre seguita con affetto in ogni parte del mondo e in ogni manifestazione, ma anche per i calciatori che all’inizio delle loro carriere sognano di giocare per l’Italia. La Lazio nei suoi 124 anni di storia ha dato molti giocatori alla causa azzurra, ma sicuramente meno di quanti avrebbero meritato di indossarla davvero almeno una volta. C’è sempre stato più di un motivo di discussione intorno alle chiamate azzurre, soprattutto negli ultimi decenni quando la Lazio è molto cresciuta nella forza e quindi nella considerazione degli addetti ai lavori, risultando molte volte una delle migliori squadre del panorama italiano e quindi con i migliori giocatori in rosa. Ci sono stati comunque alcuni anni in cui la Lazio ha fornito talmente tanti giocatori alla causa azzurra contemporaneamente tanto da venir soprannominata dai tifosi Lazionale. Nel 1994, grazie al calcio travolgente di Zdenek Zeman, furono ben 5 i giocatori convocati dall’allora commissario tecnico Arrigo Sacchi: Favalli, Rambaudi, Casiraghi, Signori e Di Matteo. Episodio che si è ripetuto anche qualche mese fa quando l’attuale selezionatore Spalletti convocò Provedel, Casale, Romagnoli, Zaccagni e Immobile per le qualificazioni a Euro 2024.
Le convocazioni di ottobre di Spalletti hanno clamorosamente lasciato fuori i colori biancocelesti nonostante la squadra allenata da Marco Baroni avesse cominciato a dare importanti segnali di bel gioco e risultati. Ma né Provedel né Zaccagni, l’unico a uscire vincitore dalla disastrosa campagna europea in Germania, sono stati scelti tra i 23 che avevano affrontato Israele e Belgio. Questa volta per le decisive sfide contro Francia e ancora Belgio c’è il ritorno della Lazio in azzurro. E’ Nicolò Rovella infatti l’unico, ma significativo biancoceleste a tornare a Coverciano. La prima volta di Rovella va a rinverdire la tradizione dei centrocampisti laziali arrivati a indossare la maglia azzurra in questi ultimi anni.
Di Di Matteo con 15 gettoni e Rambaudi soltanto due, abbiamo già parlato, ma anche Diego Fuser, arrivato a contare 14 presenze in azzurro, Stefano Fiore con 17, le nove di Stefano Mauri, le nove di Mattia Zaccagni fino ad arrivare alle 30 di Marco Parolo recordman di presenze tra i centrocampisti laziali. Menzione particolare per Cristian Ledesma, centrocampista argentino dal doppio passaporto della Lazio di Lotito per nove stagioni dal 2006 al 2015, ha l’onore di indossare la maglia azzurra, convocato dall’allora commissario tecnico Cesare Prandelli per l’amichevole contro la Romania nel 2010.