Massimo Ciccozzi, professore ordinario di epidemiologia e statistica sanitaria, in esclusiva: “Con la malaria non si scherza. Ecco quanto dovrà restare fermo”
Un fulmine ciel sereno. Una brutta notizia arrivata direttamente dal Senegal. “La Federcalcio senegalese (FSF) informa il pubblico che i giocatori Boulaye Dia e Lamine Camara saranno ritirati dalla partita contro il Burkina Faso-Senegal di giovedì 14 novembre 2024. Boulaye Dia ha avuto un attacco di malaria il giorno della partenza per Bamako, motivo per cui è rimasto a Dakar per continuare le cure”. Una brutta notizia per Marco Baroni, che sarà costretto a rinunciare al calciatore in un momento decisivo della stagione.
Ma quanto dovrà rimanere fermo Boualye Dia? Quando potrebbe tornare in campo e in che condizioni si troverà quando potrà riprendere la preparazione? Domande che abbiamo posto a Massimo Ciccozzi ,professore ordinario di epidemiologia e statistica sanitaria presso Università campus biomedico. “Con la malaria non si deve scherzare”, esordisce in esclusiva ai nostri microfoni.
Professor Ciccozzi, cosa succede ad una persona, ed in questo caso ad un calciatore, che si ammala di malaria?
“Di solito prima di andare in Senegal, ci si premunisce facendo una terapia di prevenzione: basta prendere un farmaco specifico: il cosiddetto Atovaquone + Proguanil, che serve ad evitare di avere sintomi malarici importanti. Non è una vaccinazione, ma una profilassi antibiotica. Se il calciatore non lo ha fatto prima, sarà costretto a prenderlo ora”.
Quanto è pesante per l’organismo, prendere la malaria?
“Non è una cosa piacevole. Si sta male davvero e con tanti sintomi fastidiosi: su tutti una febbre altissima. A volte potrebbe anche essere interessato il sistema nervoso. Non bisogna scherzarci, ma si cura. Il fatto che sia un calciatore cambia poco. Solo, bisognerà stare molto attenti a non forzare il rientro. Non deve riprendere subito gli allenamenti”.
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E’ come avere una grossa influenza?
“Attenzione, non facciamo confusione: la malaria è una cosa molto seria. Non può essere paragonata ad un’influenza. E’ una malattia infettiva e ne esistono di diversi ceppi: il falciparum è il più rognoso. Bisogna capire quale abbia contratto per rendersi conto della potenza”.
Come può averla contratta?
“Sicuramente tramite la puntura di una zanzara infetta: il parassita entra nel gruppo sanguigno di una persona sana ed entra subito in contatto con le cellule del fegato. Poi si moltiplica, prolifera nelle cellule e penetra nei globuli rossi. I sintomi si manifestano almeno dopo due settimane dal contagio. Non subito”.
Potrebbe quindi averla contratta nella precedente trasferta con la nazionale di una ventina di giorni fa?
“Si, è possibile. Inizia con un forte mal di testa, poi mal di schiena, grande sudorazione, nausea, tosse. Un’ingrossamento del fegato: insomma, una bella rottura di scatole”.
Quanto dovrà rimanere fermo Dia?
Quali sono le complicazioni?
“Se ha contratto, come credo, il falciparum, possono esserci effetti di microvascolarizzazione: complicanze che potrebbero portare anche ad edemi polmonari e insufficienze renali. Va fatta la diagnosi. Chi poi contrae la malaria, diventa immune: ma solo per il tipo di malaria presa”.
Professore, andiamo nello specifico: Dia quanto dovrà rimanere fermo?
“Ognuno è il medico migliore del proprio corpo. Quando se la sentirà, potrà tornare ad allenarsi. Ma mai mentre ha la febbre e mai i primi sette – quindici giorni. In quel periodo deve stare tranquillo: senza forzare, senza rischiare. La stanchezza e la sudorazione sono due dei sintomi più frequenti. Se ti alleni, sudi: ti stanchi. Io credo che per almeno una quindicina di giorni dovrebbe stare tranquillo”.
Che rischi correrebbe nel caso in cui forzasse?
“Poco tempo fa abbiamo pubblicato un lavoro sugli infortuni muscolari non da contatto: e abbiamo visto che, chi ha preso il Covid ad esempio, aveva una probabilità tre volte più alta di incorrere in un infortunio muscolare, rispetto a chi non lo aveva preso. Perchè, probabilmente, il calciatore si è allenato duramente anche durante il periodo in cui l’infezione era nell’organismo. Quando stai male, devi stare fermo e riprendere l’allenamento con cautela. Se si vogliono evitare rischi successivi. Altrimenti rischi di pagarne le conseguenze”.