Dal ritiro della nazionale danese, l’esterno biancoceleste lancia una frecciata ai suoi vecchi allenatori, e ringrazia Baroni
Gustav Isaksen si toglie qualche sassolino dalle scarpe. Dal ritiro della nazionale danese, l’esterno biancoceleste ha parlato del suo stato di forma, di come si senta molto più integrato negli schemi e nel mondo laziale, non risparmiando una frecciata a Maurizio Sarri e Igor Tudor, i due tecnico che lo avevano allenato lo scorso anno.
Isaksen aveva già avuto modo di criticare il comportamento di Maurizio Sarri, poco dopo le dimissioni del tecnico toscano. Sempre dal ritiro della nazionale danese, aveva ricordato come tra i due c’erano stati grandi problemi di comunicazione. Isaksen aveva infatti spiegato che Sarri aveva imposto di parlare con lui (e con i nuovi arrivati) solo in italiano, evitando di comunicare in inglese. Un particolare che frenò il suo inserimento (al pari di quello di Kamada e degli altri calciatori arrivati nello scorso mercato estivo). A distanza di quasi un anno, il danese è tornato alla carica.
Ma nel mirino di Isaksen, è finito anche Igor Tudor, chiamato nella parte finale dello scorso anno a sostituire Sarri alla guida del club. Con il tecnico croato il feeling non è mai scoccato: Isaksen venne lanciato titolare nel derby di ritorno (giocando addirittura come punta), poi venne escluso. Fu provato una volta esterno (a tutta fascia) a sinistra, ma è finito immediatamente nelle retrovie. Tudor non stravedeva per lui e ne aveva addirittura chiesto la cessione (al pari di quella di Rovella e Guendouzi).
Con Baroni le cose sembrano andare diversamente. Isaksen ha trovato continuità di rendimento e maggior spazio, diventando uno dei titolari della fascia destra. In questa stagione ha collezionato quindici presenze (otto dal primo minuto), con due gol e due assist. Sta trovando continuità e con Baroni le cose sembrano andare per il verso giusto. “Finalmente lavoro con un tecnico che mi parla, che mi dice quello che devo fare. Ciò che ho sbagliato e quello in cui ho fatto bene al termine di ogni partita. Era quello che cercavo sin dall’inizio. Lo scorso anno con i tecnici che avevo, non comunicavo. Non dicevano nulla”, ha dichiarato.
Iaksen torna sull’importanza di riuscire a comunicare. I primi tempi ha preso lezioni private di italiano, facendosi aiutare da un professore privato. “Oggi le cose vanno benissimo con la lingua e sono riuscito anche a fare tante interviste in italiano. Sta andando tutto bene. A Roma si parla italiano, nello spogliatoio e con i compagni di squadra: quindi avevo bisogno di impararlo”, ha spiegato. “La lingua mi ha aiutato molto, perché ci sono tanti allenamenti tattici al club, ed erano più difficili quando non capivo quello che veniva detto. È bello essere migliori in quelle sessioni di allenamento ora, e mi sono anche avvicinato ai miei compagni di squadra italiani”.
Isaksen è tornato sugli obiettivi della Lazio stagionali. “Stiamo andando benissimo e molti si chiedono fin dove possiamo arrivare e se possiamo vincere qualcosa. Io credo – ha concluso l’esterno danese – che possiamo dare fastidio a molte squadre e lottare fino alla fine. Poi vedo fino a dove potremmo arrivare”. Isaksen sfiderà con la sua nazionale la Spagna.