La squadra di Eriksson a tre giornate dalla fine deve assolutamente vincere per continuare a tenere a distanza il Milan di Zaccheroni, per una lotta scudetto che finirà all’ultima giornata
Lazio-Bologna non è mai stata una partita come le altre. Alcune competizioni contro i rossoblù in questi ultimi 40 anni hanno sempre rappresentato delle sfide importanti a volte per la classifica, a volte dal punto di vista emozionale. Partite che hanno sempre emozionato la gente laziale che continua a ricordarle in maniera diversa, nel cuore. Perchè hanno comunque segnato in maniera indelebile quel momento storico in cui sono state giocate.
Nella stagione 1998-99 la Lazio, allenata da Sven Goran Eriksson, arriva ai nastri di partenza tra le squadre favorite per lottare fino in fondo per qualsiasi traguardo, sia in campionato sia in Coppa delle Coppe, sia in Coppa Italia, trofeo appena vinto dopo un’astinenza che durava da troppi anni. E la Supercoppa italiana che ne consegue ad agosto regala un secondo straordinario trofeo alla squadra biancoceleste, che comincia a convincersi che ora è davvero arrivata all’altezza delle grandi del campionato italiano.
Il crollo al termine della stagione precedente, per concentrarsi sulle due finali raggiunte, quella di Parigi in Coppa UEFA e la doppia sfida con il Milan per la Coppa Italia, convincono il presidente Sergio Cragnotti a rinforzare ancora di più una rosa che sembrava davvero già molto competitiva. Nel mercato estivo ecco che vengono acquistati, Salas dal River Plate, De La Peña dal Barcellona, Fernando Couto dal Barcellona, Sergio Conceicao dal Porto, Mihajlovic dalla Sampdoria, Stankovic dalla Stella Rossa, Vieri dall’Atletico Madrid. Un mercato incredibile che regala all’allenatore svedese un’armata quasi invincibile.
Se l’avventura europea in Coppa delle Coppe procede spedita fin dai primi turni, la prima metà del girone d’andata del campionato invece mostra una Lazio come se fosse ancora alla ricerca della quadratura del cerchio, qualche pareggio di troppo, ma anche partite entusiasmanti come quella di Milano contro l’Inter vinta per 5-3. Un rocambolesco pareggio nel derby, che nega alla gente laziale la quinta stracittadina consecutiva vinta, e la sconfitta casalinga contro la Juventus, portano a una reazione rabbiosa della squadra che inanella 9 vittorie consecutive che la lanciano al primo posto in classifica. Fuori gioco Inter e Juventus, restano la sorprendente Fiorentina e il Milan a provare a resistere alla fuga dei biancocelesti. Lo 0-0 casalingo contro i rossoneri lascia i biancocelesti a +6 sui viola e +7 sui rossoneri. La gente laziale sogna il colpo grosso.
Due inaspettate sconfitte consecutive, nel derby e contro la Juventus in casa, azzerano o quasi tutto il vantaggio. Soltanto un punto divide ora la Lazio dal Milan e il testa a testa è appassionante. Un gol di Vieri a Genova contro la Sampdoria e un 3-0 netto a Udine lasciano la situazione immutata con la Lazio ancora un punto avanti, quando si arriva alla terz’ultima giornata che prevede Lazio-Bologna e Juventus-Milan, una giornata quindi che potrebbe essere decisiva. Quasi 60mila spettatori si recano di sabato pomeriggio allo stadio Olimpico per continuare a inseguire un sogno. Eriksson schiera la squadra titolare, tutti sono a disposizione, Mancini viene scelto come seconda punta per il cileno Salas che finisce così in panchina. Il Bologna, del vecchio cuore giallorosso Carlo Mazzone, veleggia tranquilla a centroclassifica e non ha tanto da chiedere ancora a questa stagione. Beppe Signori, indimenticato bomber biancoceleste è, come ogni volta che torna a Roma, osannato dai suoi vecchi tifosi.
La squadra appare stanca dopo una stagione vissuta a tavoletta, la finale di Coppa delle Coppe a Birmingham aspetta per fare la storia, anche la pressione psicologica del fiato sul collo del Milan fa la sua parte e il primo tempo scivola via con pochi sussulti, anzi è Marchegiani che salva due volte il risultato soprattutto su Ingesson. All’intervallo la gente si chiede se la squadra saprà scrollarsi di dosso ansie e paure e portare a casa una vittoria al momento fondamentale. Il gol di Weah a Torino suona la carica, ora sarebbe sorpasso, ma la la squadra di Eriksson trova subito a sua volta il vantaggio con il primo gol in maglia biancoceleste di Almeyda, con un tiro impossibile da oltre trenta metri. Lo stadio esplode, sembra fatta, ma oggi la squadra sembra frenata da qualcosa e non gioca sciolta. Ancora Marchegiani salva tutto con una grande parata e un clamoroso palo, colpito sempre dallo svedese Ingesson, fa venire i brividi a tutti, ma poi ci pensa il solito Bobo Vieri con un sinistro dei suoi a chiudere il conto. 2-0 e partita chiusa, stesso risultato del Milan contro la Juventus. Tutto resta immutato. Il sogno continua.