Un giocatore che ha vestito le maglie di entrambe le squadre, è stato protagonista di una gara eccezionale. Ancora oggi ricordata dai tifosi
Lazio-Bologna è la gara dei grandi ex: alcuni tra i giocatori più rappresentativi che hanno scritto la storia del club biancoceleste, hanno indossato anche la maglia del Bologna: campioni amati, capaci di imprese straordinarie e di lasciare il segno. Molti giocatori, ancora oggi rimpianti dal pubblico biancoceleste, hanno anche vestito la maglia del Bologna, riuscendo a farsi apprezzare dai tifosi rossoblù. C’è poi anche una storia molto particolare, che ha visto protagonista un calciatore arrivato a Roma dal Bologna con grandissime aspettative e incapace di lasciare il segno. Ma protagonista di un’unica, incredibile gara con la maglia biancoceleste: ancora oggi rievocata.
Ma andiamo per ordine: prima di raccontare la storia di questo calciatore, partiamo da tre dei nomi più rappresentativi nell’elenco dei doppi ex: calciatori che hanno scritto pagine indimenticabili nella storia della Lazio. Giuliano Fiorini, Fabio Poli e Beppe Signori. Il primo (arrivato nella capitale Lazio l’estate del 1986 dopo diverse stagioni al Bologna) ha segnato uno dei gol più importanti nella storia del club capitolino, contro il Vicenza, nella storica ultima giornata del campionato 86-87. Il gol che permise alla Lazio di evitare la retrocessione in serie C nell’anno in cui iniziò la stagione con la penalizzazione di nove punti.
Da Poli a Fiorini, fino a Signori e De Silvestri: la storia dei doppi ex che hanno lasciato il segno
Una rete che portò gli uomini di Fascetti a raggiungere gli spareggi di Napoli contro Taranto e Campobasso. Nell’ultima e decisiva sfida contro i molisani, fu Fabio Poli a segnare il gol vittoria, con un perentorio colpo di testa. Una rete che permise alla Lazio di scacciare l’incubo. Dopo il gol salvezza, Poli fu ceduto al Bologna e nella prima gara da avversario dei biancocelesti, e dopo essere stato accolto da tutto lo stadio (che lo ha celebrato degnamente) andò in rete, beffando la difesa laziale. A distanza di una decina d’anni, la stessa sorte toccò a Beppe Signori: idolo indiscusso della tifoseria e goleador implacabile (127 centri con la Lazio in cinque anni e mezzo), Signori venne ceduto al Bologna l’estate del 1998, diventando poi un simbolo dei rossoblù.
Nella storia dei due club ci sono altri calciatori capaci di lasciare il segno con entrambe le divise. Oggi scenderà allo stadio Olimpico Lorenzo De Silvestri, uno degli ultimi giovani usciti dal settore giovanile della Lazio e capace di lasciare il segno, con una buona carriera in serie A. De Silvestri fu lanciato da Delio Rossi, giocò diverse stagioni con i biancocelesti e poi, dopo la vittoria della Coppa Italia del 2009, lasciò il club, per iniziare una lunga avventura che lo ha portato a vestire le maglie di Fiorentina, Sampdoria, Torino e (dal 2020) del Bologna.
Lazio-Werder Brema: la partita di Mourad Meghni
De Silvestri era in campo il sei novembre del 2007, quando un doppio ex di Lazio e Bologna, diventò protagonista di una gara clamorosa. Una delle prestazioni più belle mai effettuate da un giocatore della Lazio in Champions League. La classica gara dove sembra riuscirti ogni cosa: gli uomini di Delio Rossi sfidarono il Werder Brema, nella quarta giornata della fase a gironi della Champions League. Quella sfida, ancora oggi, viene ricordata dai tifosi della Lazio, come “la partita di Meghni”.
Mourad Meghni, fantasista francese, di origini algerine, era stato acquistato pochi mesi prima dal Bologna. Arrivò nella capitale accompagnato dal soprannome di “Petit Zidane”. Ma dell’estroso numero dieci francese, Meghni poteva vantare solo le origini. O meglio… nelle occasioni in cui era in giornata, era capace di colpi deliziosi: di giocate ad effetto. Ma era accompagnato da una discontinuità clamorosa, che ne ha limitato la carriera. Meghni è ancora oggi uno degli “oggetti misteriosi” di quella Lazio.
Arrivato con tante aspettative, è stato incapace di mettersi in evidenza. Ma contro il Werder Brema, è stato protagonista di una gara pazzesca: dribbling, “sombreri” ai difensori, palloni recuperati, lanci illuminanti e giocate d’alta scuola: in 74′, Meghni si è preso la scena, regalando un saggio della sua classe. Tra le tante giocate, ce ne fu una illuminante: un doppio dribbling nello stretto tra due avversari e un lancio di cinquanta metri che portò Rocchi davanti al portiere, per il gol del 2-0. Un match straordinario che portò il pubblico ad alzarsi in piedi e a rendergli la giusta standing ovation, quando Delio Rossi lo sostituì nel finale della sfida. Una gara che, purtroppo, ha rappresentato una sorta di unicum nella sua avventura laziale, ma che ancora oggi viene ricordata da tutti i tifosi.