Un momento fantastico per la compagine allenata da Marco Baroni, certificata anche da numeri record che spiegano più di tante parole la classifica attuale
Ancora una vittoria, la quinta consecutiva. Un momento tanto straordinario quando inimmaginabile a inizio stagione quello che sta vivendo la Lazio. Un secondo posto in coabitazione, ma a un solo punto dal Napoli capolista dopo un terzo di cammino, sottolinea il cambio di marcia di una squadra che lo scorso anno aveva chiuso al settimo posto in classifica. Ma ora fa sognare a occhi aperti un’intera tifoseria impazzita di fronte a una squadra garibaldina, indomita e capace di qualsiasi impresa.
Vincere aiuta a vincere. E’ un vecchio adagio che sembra calzare alla perfezione alla Lazio di mister Baroni. La squadra biancoceleste sembra non volersi fermare più tanto da arrivare, dopo il rotondo 3-0 ottenuto contro il Bologna ieri sera, alla quinta vittoria consecutiva in campionato. Vittorie che arrivano fino a sette se consideriamo le due che nel frattempo i biancocelesti hanno ottenuto anche in Europa League, dove veleggiano solitari in testa alla classifica dopo quattro giornate della fase a campionato.
Una squadra che non smette di stupire
Il volo dell’aquila sembra non volersi fermare più. Partita dopo partita, vittoria dopo vittoria, la Lazio è ancora lassù, a un passo dalla vetta in allegra compagnia, avendo anche già staccato squadre che in estate erano arrivate a spendere fino a 200 milioni per la campagna di rafforzamento. La forza delle idee, la voglia di arrivare, la fame di riscatto, un mix quasi perfetto scekerato da un allenatore che ha capito che ora o mai più anche per lui, dopo tanti anni vissuti nel retrobottega del calcio che conta a guadagnarsi la pagnotta. La Lazio di Marco Baroni in questo momento è un cocktail perfetto di tutto ciò, soprattutto è l’esemplificazione che nel calcio conta fare gruppo, contano unità d’intenti e soprattutto voglia di divertirsi ancora, inseguendo quel sogno di quando si era bambini.
Asfaltato anche il Bologna, imbattuto da fine agosto, con un 3-0 che non ammette repliche per un secondo posto in classifica a un solo punto dal Napoli capolista. Undici punti in più, alla tredicesima giornata, rispetto alla passata stagione, oltre al primo posto solitario, oltre che momentaneo, in Europa. Un cambio di passo deciso e dovuto a una sequenza di risultati che poche volte la Lazio aveva saputo realizzare nel corso della sua ultra centenaria storia, stagioni dei trionfi compresi. Con il successo contro il Bologna è arrivata infatti la vittoria numero 9 nelle prime 13 giornate: eguagliato il proprio record nel massimo campionato, stabilito nella stagione 2017/18 sotto la guida di Simone Inzaghi. Un dato che certifica la straordinaria continuità della squadra in questa prima parte di stagione.
Numeri straordinari
Tra gli aspetti che più stanno stupendo in positivo di questa Lazio c’è quello legato a un gruppo solidissimo, in cui tutti riescono a ritagliarsi il proprio spazio e risultare decisivi. La bravura dell’allenatore è stata proprio quella di far sentire tutti coinvolti allo stesso modo nel progetto, e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Tutti danno il massimo se partono dal primo minuto o subentrano a partita in corsa. Basti pensare che mai prima d’ora c’erano stati 18 calciatori sopra i 450 minuti giocati dopo 17 partite ufficiali. Inoltre, osservando il rendimento dei subentrati, sono ben 11 le reti nelle prime 12 giornate di Serie A, un record dal 2000 ad oggi, mandando a bersaglio ben 14 giocatori diversi Europa League compresa, un record che soltanto il Paris Saint Germain in Francia è riuscito a eguagliare in questa stagione. Una squadra che non molla mai nel corso dei novanta minuti, anzi più ci si addentra nel vivo del match, più la squadra sembra trovare una forza maggiore.
Il club biancoceleste infatti è riuscito a segnare la bellezza di 15 reti nell’ultima mezz’ora di gioco, e addirittura 8 dopo il minuto 80, come soltanto Barcellona, Atletico Madrid e Malines in tutta Europa. Segno di una condizione fisica e mentale in questo momento straripante, che alimenta qualsiasi sogno o ambizione. Una cooperativa del gol dove tutti si ritagliano il proprio momento di gloria, senza personalismi e troppi egoismi, ma tutto finalizzato al collettivo e al bene supremo: fare una stagione che lasci il segno.