Ecco come i due colossi verrebbero coinvolti nel progetto del nuovo stadio Flaminio: ruoli e possibili investimenti
Che ruolo avrebbero Legends ed Emirates nella costruzione del nuovo stadio di proprietà della Lazio? Che cosa porterebbero nel club capitolino queste due entità? Di che tipo di investimento parliamo e che vantaggi potrebbero avere eventuali investitori nel partecipare ad un progetto del genere? Dubbi che aleggiano nel mondo biancoceleste da tempo. Domande alle quali, piano piano, si stanno dando delle prime, ma significative risposte.
La Lazio è pronta a presentare il progetto di ristrutturazione dello stadio Flaminio in Comune. Negli ultimi giorni il patron Lotito si è fatto forte del parere negativo espresso dalla componente urbanistica nella Conferenza dei servizi, sulla proposta della Roma Nuoto. Un particolare che ha rafforzato le certezze del patron biancoceleste e che ha regalato del tempo extra al patron. Il progetto è pronto e, come sottolineato più volte da Lotito, avrà un valore architettonico e organizzativo.
All’interno di questo progetto si evidenziano due figure di primo piano: la Legends e Emirates. I primi sono una società con sede a Milano, specializzata da anni nella gestione di grandi impianti sportivi. Legends può vantare una grande esperienza internazionale grazie alla collaborazione pluriennale con molti club tra i più ricchi e prestigiosi al mondo: su tutti il Manchester City, il Real Madrid e il Tottenham: Legends è un’azienda che fornisce consulenza sulla gestione di stadi e merchandising.
Emirates è la compagnia aerea di bandiera dell’Emirato Arabo di Dubai con base a Dubai. “Emirates Group – si legge sul proprio sito ufficiale – ha sede a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, ed è formato da vari brand di viaggi, turismo e divertimento, tra cui la celebre compagnia aerea, Emirates, e il fornitore di servizi collaterali, dnata. I nostri brand offrono prodotti e servizi di alta qualità”. Emirates è nel calcio da tempo: Psg, Milan, Real Madrid, sono solo alcuni dei club che hanno accordi con il gruppo arabo.
Che tipo di ruolo avrebbero Legends ed Emirates nella costruzione del nuovo stadio della Lazio? A spiegarlo, con dovizia di particolari, è una relazione della Marzotto Investment Group (di oggi la notizia di un ingresso nel pacchetto azionario del club biancoceleste di Lodovico Donà Dalle Rose, business development manager di Marzotto SIM S.p.A), che spiega in quale modo questi due colossi entrerebbero nel progetto. Dando ulteriore spessore e forza al club.
Il ruolo di Legends sarebbe legato alla realizzazione operativa del progetto stadio e la sua gestione. Nella relazione si spiega infatti che Legends verrebbe coinvolta nell’“ottimizzazione dei ricavi, progettazione e gestione operativa del nuovo stadio, e creazione di un’esperienza personalizzata per i tifosi”. Un ruolo di primaria importanza, come quello di Emirates, che verrebbe invece coinvolta in un’ottica di sponsorizzazione e partnership. Come già accaduto in passato per la compagnia aerea araba. Sempre dalla relazione emerge che Emirates entrerebbe nel progetto Flaminio attraverso una “sponsorizzazione di alto profilo, aumento della visibilità del brand Lazio su scala internazionale, contributo e partnership di lungo termine per la crescita economica”.
Quali sarebbero gli investimenti che i due colossi farebbero in questo progetto? Difficile dirlo: dalla relazione della Marzotto Investment Group, emerge con chiarezza i possibili profitti che gli investitori potrebbero avere in caso di realizzazione del progetto: “L’analisi – viene riportato – evidenzia come il progetto del nuovo Stadio Flaminio rappresenti una svolta per la S.S. Lazio, con un incremento del valore complessivo che può raggiungere il 323% rispetto alla situazione pre- stadio”. Parole chiare. “La Lazio post-stadio, forte delle sinergie con Legends ed Emirates, si proietta come una delle realtà calcistiche più solide e promettenti, capace di generare una crescita sostenibile sia sul piano economico che sportivo. La trasformazione del Flaminio, quindi, non è solo un’opera infrastrutturale ma una chiara dichiarazione d’intenti per il futuro del club”