Ciro Muro, campione d’Italia con il Napoli nel 1987 e protagonista nella stagione che riportò i biancocelesti in serie A nell’88, gioca in anticipo la sfida di Coppa Italia
“Con la maglia del Napoli ho vinto uno scudetto, ho giocato al fianco di Diego Armando Maradona ed ho avuto l’onore di indossare la maglia numero dieci quando era assente. Con i biancocelesti invece ho vinto un campionato di serie B e sono riuscito ad ottenere una grande salvezza, in una stagione complicata. La Lazio poi è la squadra dove ho giocato di più e la sento nel mio cuore”. Ciro Muro è uno dei doppi ex di Lazio e Napoli. Nato nel capoluogo campano, ha giocato e vinto nel Napoli più forte della storia. Ha giocato al fianco e ha sostituito con la maglia numero dieci Maradona. Poi è riuscito a lasciare il segno nella capitale.
Muro, cosa rappresentano per lei Lazio e Napoli?
“Le squadre più importanti: sono napoletano, cresciuto nel settore giovanile del Napoli, ho avuto la bravura e la fortuna di esordire in prima squadra e di vincere uno scudetto nella mia città. Però la Lazio mi è rimasta nel cuore: ho dato tanto per quella maglia e avrei voluto dare anche di più. Ho giocato a Roma negli anni in cui ero più maturo: come uomo e come calciatore. Con la maglia della Lazio ho vinto un campionato di serie B e poi una salvezza molto difficile l’anno successivo”.
Cosa voleva dire, per un napoletano, esordire in prima squadra e sostituire Maradona?
“Il massimo. Io ho fatto le giovanili a Napoli, poi ho giocato in serie A con il Pisa. Allodi mi riportò a Napoli per farmi fare il vice di Diego e completare l’attacco. L’anno dello scudetto mi sono tolto delle soddisfazioni straordinarie: ho segnato quattro gol in Coppa Italia, manifestazione che poi vincemmo, e feci anche gol in campionato, nella partita che ci laureò campioni d’Inverno. Battemmo l’Ascoli. Pioveva, c’era il campo pesante, una partita dura: io entrai ad inizio ripresa e feci gol due minuti dopo. Poi vincemmo 3-0 e chiudemmo in testa il girone d’andata. E poi ho un piccolo record…”.
Quale?
“Sono l’unico napoletano ad aver giocato con la 10 di Maradona. In quella stagione Diego saltò la gara di Avellino e io giocai al suo posto. Non c’erano le maglie personalizzate e la numerazione era dall’uno al sedici. Io scesi in campo con la maglia numeri dieci. Il massimo”.
Dalla dieci di Maradona ai due anni passati alla Lazio
A fine stagione passò alla Lazio.
“Se fosse stato per Allodi non sarei mai andato via da Napoli. Ma lui si sentì male, venne colto da un ictus e fu sostituito da Moggi, che cambiò molte cose. Quando mi arrivò la chiamata della Lazio non ci pensai due volte. Roma, la Lazio, una squadra fortissima. E un allenatore come Fascetti che mi voleva già l’anno prima. Ci fu una gara amichevole che giocammo all’Olimpico, dopo la cessione di Raimondo Marino, che lasciò il Napoli e passò alla Lazio. Quel giorno all’Olimpico feci gol e Fascetti restò impressionato. Quando si presentò l’occasione di venire alla Lazio nonc i ho pensato due volte”.
La sua Lazio tornò in serie A…
“Davanti a me c’erano die attaccanti come Monelli, che aveva una grande esperienza in serie A e Galdersi, che aveva giocato un Mondiale da titolare. Poi gente come Beruatto, che veniva dal Torino, Martina in porta, Camolese e Acerbis. Insomma, era una squadra che non sembrava una formazione di B. Vincemmo il campionato e tornammo in A”.
Per lei che stagione fu?
“Giocai 37 partite su 38, ne saltai solo una per infortunio a Parma: Fascetti si fidava di me e mi diede fiducia: a Taranto giocai con una caviglia gonfia, ma feci un assist e il gol del pareggio: fu la partita che ci fece capire che saremmo stati promossi. Alla fine della stagione feci quattro gol. Peccato che l’anno successivo Fascetti fu mandato via poco prima dell’inizio della stagione. Non se lo aspettava nessuno”.
Passiamo alla Lazio di quest’anno…
“Mi piace molto. Baroni sta facendo un lavoro eccezionale. La Lazio gioca bene e diverte. Il Napoli sta andando forte, ma la Lazio sta li, se la gioca”.
“Baroni si merita quello che sta facendo. Conte è un tecnico con una mentalità vincente”
Se l’aspettava Baroni, così pronto su una panchina importante, come quella biancoceleste?
“L’ho seguito tanto in passato, in piazze più piccole. Ora ha un materiale diverso e sta esprimendo tutto il suo valore. E’ un ragazzo eccezionale, che si merita questa chance. E la sta sfruttando”.
Conte, invece?
“E’ uno dei cinque al mondo come allenatore. Ha il suo stile inconfondibile: non ama il fraseggio. E’ concreto: vuole i risultati e i gol. Non gli interessa altro”.
Cosa le piace della Lazio di questa stagione?
“La cattiveria che mette in campo, la velocità. Nuno Tavares a sinistra fa paura. I centrocampisti corrono, attaccano, aggrediscono e lo fanno con buona qualità: è una squadra completa”.
Lei riforniva Monelli e Galderisi, oggi nella Lazio ci sono Castellanos e Dia in attacco…
“Sono due giocatori diversi. Castellanos si muove molto, ha tecnica, non da punti di riferimento, ma sotto porta non è male. Ha già segnato sei gol in campionato. Dia è tecnico, mi piace quando gioca alle spalle di Castellanos, facendo la sottopunta. Ma Castellanos è più attaccante per me: è cattivo in campo. Prende e fa falli, si fa rispettare: lui è più cattivo, Dia forse più giocoliere, più bravo tecnicamente”.
Il Ciro Muro della situazione, potrebbe essere Zaccagni?
“Giocatore fortissimo. Ce ne sono pochi in Italia con le sue caratteristiche. Deve capire cosa vuol dire indossare quella fascia di capitano. Rappresenta la Lazio, un popolo straordinario e mi sembra che ultimamente lo sta capendo. Dal punto di vista tecnico è eccezionale: forse uno dei migliori in Italia”.
Che partita si aspetta domani? Sembra che Baroni schieri la Lazio titolare, mentre Conte darà spazio alle seconde linee..
“Se qualcuno pensa che il Napoli snobberà la partita, si sbaglia di grosso. Conte darà spazio a tanti giocatori che fino ad oggi non ha potuto utilizzare. Ma solo perchè gli altri, i titolari, stanno facendo benissimo. Neres è fortissimo, non gioca solo perchè Politano svolge un lavoro che per Conte è fondamentale. Ma la Lazio non deve pensare che il Napoli, pur zeppo di giocatori non titolari, non giocherà una grande gara. Io sono convinto che sarà una partita divertente. Che non vedo l’ora id vedere”.