Il lavoro svolto dal tecnico della Lazio nei confronti di alcuni calciatori è stato fondamentale: ecco come ha trasformato i più giovani
“Oltre ad essere un allenatore attento, è una brava persona”. Nelle parole di Niccolò Rovella, rilasciate ieri nello speciale Dazn e rivolte al tecnico Baroni, c’è la fotografia diretta, semplice, ma estremamente veritiera della fisionomia dell’allenatore della Lazio. Baroni ha avuto un impatto devastante con il mondo biancoceleste. E’ entrato in punta di piedi, tra lo scetticismo generale di un ambiente diviso e pronto a criticarlo preventivamente, ed ha saputo far cambiare idea a tutti.
I risultati sono dalla sua parte: nelle prime ventidue gare stagionali, la Lazio ha ottenuto sedici vittorie; è prima in classifica in Europa League, con cinque successi in sei match, ed in campionato sta lasciando il segno. Ma al di la dei numeri, a colpire è il lavoro che Baroni è riuscito a svolgere nei confronti di alcuni calciatori: tutti gli elementi sui quali erano sorti dei dubbi, si sono trasformati in risorse da sfruttare.
Baroni e il lavoro maniacale sui giovani: le risposte
L’attenzione maniacale del tecnico e del suo staff è stata rivolta ai giovani: da Tchaouna (ventuno anni a settembre) a Isaksen (ventitre anni), da Dele Bashiru (ventitre anni) a Noslin (che ne ha compiuti venticinque in estate). L’allenatore li ha protetti, lanciati e gli ha concesso delle chance. Di fronte alle prime risposte poco incoraggianti non si è scomposto ed ha continuato a lavorare sodo, accompagnandone la crescita.
“Ho avuto la percezione che la squadra andasse lanciata e quando l’ho fatto mi è venuta dentro nello spirito – ha dichiarato ieri al termine della gara – nella voglia e nella dedizione. Non mi sorprende, hanno qualità e bisogna rompere il muro di resistenza del giovane che deve giocare e deve poter sbagliare. E noi gli stiamo dando la possibilità di giocare e di crescere. La squadra è brava perché sostiene anche questo. Devono crescere e lo devono fare andando in campo e affrontare questo tipo di partite. Se abbiamo partite sempre più importanti, dobbiamo continuare così”.
I consigli per Isaksen e Dele Bashiru: le risposte ottenute sul campo
Il lavoro svolto sui giovani è stato fondamentale: Baroni ha avuto la pazienza di aspettarli, di proteggerli, pungolarli e lanciarli. Nelle parole dei protagonisti, è stato specificato il duro lavoro svolto in questi mesi. Ad Isaksen continua a chiedere di osare, di non accontentarsi del compitino. Di non pensare solo alla fase difensiva: “Cerca la giocata, se la sbagli non succede nulla”, il succo dei consigli che dedica all’esterno danese. Gli ha regalato fiducia trasformandolo da alternativa a Felipe Anderson a titolare. E a Napoli ha finalmente avuto le risposte che cercava.
Con Dele Bashiru invece ha dovuto fare un lavoro diverso: non si è concentrato sulle motivazioni, bensì sulla disciplina tattica. Il nigeriano veniva da un campionato completamente diverso, poco allenante dal punto di vista tattico. Baroni lo sta lentamente trasformando in mediano, responsabilizzando e mettendolo al centro del gioco. Le risposte avute nell’ultimo mese sono state incredibili. Dele Bashiru ha disputato due gare perfette con il Napoli e ad Amsterdam ha dominato la scena. Nonostante non sia stato un titolare fisso, ha già collezionato numeri positivi: tre gol stagionali (due in Europa League e uno in campionato e due assist).
Tchaouna e Noslin: i capolavori di Baroni
Nei confronti di Tchaouna il tecnico ha avuto un’accortezza e un’attenzione fondamentali per la sua crescita: dopo aver tentato di lanciarlo immediatamente (fu titolare alla terza con il Milan), lo ha centellinato, dandogli spazio soprattutto in Europa. Mentre con Isaksen ha dovuto lavorare sulla mentalità, chiedendogli di forzare le giocate in attacco e sfruttando la sua abilità difensiva, con il francese ha fatto quasi l’opposto: ha lavorato molto sull’applicazione tattica, testandolo nella copertura preventiva. “Con il Napoli ha seguito sempre l’esterno, ed è migliorato tantissimo. Anche con l’Ajax ha messo tanta applicazione e forza mentale. A volte fa giocate istintive e deve capire quando una palla è sanguinosa, ma lo sa e poi ha qualità e quando si avvicina alla porta è uno che può far gol”.
Ma il capolavoro di Baroni ha un nome e un cognome: Tijani Noslin. Sull’attaccante olandese (che ha allenato lo scorso anno a Verona) ci aveva messo la faccia e si era più volte esposte. Ha provato la testarlo su entrambe le corsie esterne, poi nel ruolo di trequartista. Ma quando si è reso conto che faticava a emergere, lo ha riportato nel ruolo di attaccante centrale. Facendo anche autocritica. “E’ colpa mia se ha avuto dei tentennamenti”, ha dichiarato nei giorni scorsi. Lo ha protetto dalle critiche, lo ha aspettato e ha avuto da lui delle risposte super: la tripletta al Napoli in Coppa Italia e l’assist al Maradona sono il frutto del suo lavoro. Baroni ha avuto un impatto super nei confronti dei giovani. E non ha nessuna intenzione di fermarsi.