Il brasiliano, doppio ex di Lazio e Inter, giudica i due terzini sinistri. E sui biancocelesti: “Basta parlare di esami. Quanti ancora ne deve superare questa squadra? Baroni ha fatto una cosa eccezionale”
Ha vestito la maglia della Lazio dall’estate del 2001 al gennaio del 2006, vincendo una Coppa Italia e indossando la fascia di capitano. Poi il passaggio all’Inter dove si è affermato, vincendo scudetti e lottando per traguardi prestigiosi. Cesar Aparecido Rodriguez (ribattezzato “Cesaretto” dai tifosi biancocelesti), è uno dei tanti doppi ex di Lazio e Inter. “Vedere la Lazio oggi in queste condizioni è semplicemente fantastico. Vi rendete conto che partita ha fatto contro l’Ajax?”….
Ce lo spieghi lei…
“Ha saputo soffrire e non ha lasciato spazio all’Ajax. Si è abbassata quando serviva, ha fatto capire all’Ajax, attenzione, una grande squadra, che non sarebbero riusciti a segnare, e poi è ripartita: con il palleggio, con la qualità, con la forza, con l’entusiasmo. Ha fatto una partita eccezionale, capendo qual era il momento di restare bassa e quando era il caso di attaccare. Veramente una bella squadra: bella da vedere. Entusiasmante”.
Quanto è stato importante il lavoro di Baroni?
“Basta sentire i giocatori quando parlano di lui: ne esaltano l’umanità, la capacità di gestire il gruppo. Ma poi, attenzione: mica è solo quello. Lavora tantissimo e il lavoro si vede sul campo. Si vede dalle risposte che riesce ad avere da chi schiera. Se tutti quelli che entrano fanno bene, vuol dire che si è lavorato bene. Che si sono fatti dei passi importanti”.
Il suo pensiero su Baroni?
“Io ammetto che facevo parte dell’elenco degli scettici: avevo fatto delle interviste dove mi ero espresso ed avevo detto di essere poco convinto sulla sua adattabilità a quel momento storico che la Lazio stava vivendo. Però ho sempre detto che lo avrei voluto vedere lavorare e le risposte sono sotto gli occhi di tutti. I calciatori scelti si sposano alla perfezione con il sistema di gioco della Lazio: hanno palleggio, inserimento, grande abilità tecnica. E poi c’è un aspetto…”.
Quale?
“Che quando tutto gira alla perfezione, non è mai per caso: è sempre dettato dal lavoro. Baroni ha il gruppo in mano. Si vede. E’ riuscito a trasmettere alla squadra la sua mentalità. e sfrutta alla perfezione tutta la rosa. La Lazio non è una squadra imponente dal punto di vista fisico, come lo è l’Inter ad esempio. Ma il movimento in campo dei giocatori, la loro mentalità, il loro dinamismo, stanno facendo la differenza”.
A proposito di Lazio-Inter, lei è un doppio ex della sfida. Lunedì le due squadre si affronteranno allo stadio Olimpico. Che partita sarà?
“Sarà una bellissima partita. E aperta a tutti i risultati. La Lazio ha battuto due volte il Napoli e l’Ajax: gare di un calibro elevato. Sarà un’altra prova per la Lazio, ma qualsiasi sarà il risultato non cambierà quello che questa squadra sta facendo. Lo sai qual è la cosa più bella? E’ che dall’inizio dell’anno ci chiediamo quanto durerà questa squadra e dove potrà arrivare? A forza di chiedercelo, siamo arrivati a dicembre con la Lazio che è lì. Sento che Lazio-Inter sarà un esame. Ma quanti esami deve ancora superare questa squadra? Ripeto: ha battuto due volte il Napoli, è andata a vincere in Olanda…”.
Dal punto di vista tattico, che partita si aspetta?
“Sarà una gara aperta, con due squadre che amano giocarsela e che non fanno troppi tatticismi. Si affronteranno due ottimi allenatori”.
C’è qualche aspetto che può accumunare Simone Inzaghi a Baroni?
“Sono diversi: Inzaghi era più sistematico. Sapevi con che modulo giocava e quali erano i titolari e le riserve. A volte anche i cambi che avrebbe fatto. Baroni cambia spesso: una volta gioca con i tre attaccanti, una volta con due mediani: Inzaghi solo ora sta attingendo con maggior frequenza al turnover, perchè è quasi costretto dalle tante partite ravvicinate, mentre Baroni lo utilizza di più”.
Da ex terzino sinistro: Lazio-Inter sarà anche la sfida tra Nuno Tavares e Dimarco…
“Mamma mia, parliamo di due giocatori fortissimi, che possono cambiare la partita da un momento all’altro. Le caratteristiche sono diverse e giocano anche con due schemi agli opposti. Ma parliamo di due interpreti eccezionali di questo ruolo, che infatti stanno facendo la fortuna di Lazio e Inter”.
Chi si prenderebbe tra i due?
“Difficile scegliere: sono entrambi fortissimi e decisivi per le loro squadre. I numeri sono sotto gli occhi di tutti. Diciamo che dipenderebbe dal modulo. Me la cavo così” (ride ndr.).
Anche ad Amsterdam Nuno Tavares, pur giocando poco, è stato decisivo. Qual è il suo segreto?
“Io direi che si tratta di un bel mix tra allenamenti, caratteristiche tecniche, e tanta fiducia. Se non sei in fiducia quelle giocate non le tenti. Quando parte così è semplicemente devastante. Cambia passo con i tempi giusti, rompe il gioco: è stato davvero un grande acquisto e speriamo possa continuare a giocare su questi livelli”.