Dopo tanti anni svelata la verità: ecco la bugia che ha caratterizzato l’avventura di Stefan De Vrij alla Lazio. Il difensore olandese è tra i calciatori più criticati dai tifosi
La sua storia laziale è stata controversa, ricca di colpi di scena e di momenti incredibili. Il suo rapporto con il club biancoceleste è stato intenso, fatto di alti e bassi, di esaltazioni e brutte cadute e si è concluso nel modo peggiore: tra i fischi, gli insulti ed i sospetti. Nella storia della Lazio Stefan De Vrij non potrà mai essere dimenticato: nel bene e nel male. Ha giocato quattro campionati con la Lazio, ha vinto una Supercoppa italiana guidando la difesa, ma è stato protagonista di un finale thrilling, che ha portato i tifosi biancoceleste ad infuriarsi nei suoi confronti e a sospettare del suo comportamento.
La Lazio lo acquistò giovanissimo ( a soli 21 anni) dal Feyenoord, portandolo in Italia. Arrivò nella capitale con il premio di miglior difensore del Mondiale del 2014, manifestazione nella quale si mise in evidenza grazie ad una serie di partite eccezionali, che portarono l’Olanda a piazzarsi al terzo posto. Nel suo primo campionato si mise in evidenza, giocando una stagione straordinaria, chiusa con il terzo posto e la qualificazione ai preliminari di Champions League. Il suo secondo anno fu particolarmente sfortunato: De Vrij si infortuno dopo due gare di campionato e saltò il resto della stagione. Dopo un anno tra ospedali e cliniche riabilitative, l’olandese tornò in campo.
La Lazio, nonostante un comportamento impeccabile (restò al fianco del calciatore nel momento più difficile, proponendogli tra l’altro il rinnovo del contratto quando c’erano forti dubbi sulle sue reali possibilità di tornare a giocare), non venne ripagata con la stessa moneta dall’olandese: che non solo rifiutò il rinnovo, ma decise di far concludere il suo contratto con la Lazio e di liberarsi a zero al termine della stagione 2017-18. Mentre la società tentava di rinnovare il suo contratto, lui si era già accordato con l’Inter, che gli garantiva un ingaggio più alto.
Il destino volle che i biancocelesti e i nerazzurri fossero in concorrenza per l’ultimo posto valevole per la qualificazione in Champions League e che tutto si decise in un’appassionante sfida finale, disputata il 20 maggio del 2018 allo stadio Olimpico di Roma. Una sorta di finale: De Vrij arrivò a quella partita in uno stato mentale particolare. Ha giocato la sua ultima gara con la Lazio, affrontando i suoi prossimi compagni e sapendo che quella sfida avrebbe deciso il futuro dei due club nella stagione successiva. Se avesse vinto con la Lazio, non avrebbe giocato la Champions con i nerazzurri nell’anno dopo.
L’Inter poi non lo aiutò di certo, rendendo pubblica la firma del contratto proprio la settimana della partita e aumentando in modo clamoroso la pressione nei confronti del difensore: la mossa del club fu chiara: installare nella testa del tecnico della Lazio Inzaghi il dubbio sull’utilizzo del difensore olandese: oggettivamente il calciatore più forte nella rosa del club.
De Vrij giocò una gara particolare: ineccepibile fino al 77′ minuto quando, con la Lazio avanti 2-1, provocò il rigore che portò al pareggio di Icardi, con un’entrata assurda nei confronti dello stesso attaccante argentino. Una scivolata quasi senza senso, che è stata oggetto di critiche e di sospetti. In quattro anni di Lazio, De Vrij aveva infatti provocato solo un rigore, tra l’altro molto contestato, per un presunto fallo ai danni di Matri in occasione di Lazio-Sassuolo, disputata a ottobre del 2017. Vederlo entrare con quella foga, su una palla che poteva essere controllata tranquillamente e che non sembrava pericolosa, ha portato i tifosi della Lazio a lanciare dei sospetti.
La gara si è chiusa con il successo dell’Inter: De Vrij fu sostituito dopo il gol decisivo del 3-2 nerazzurro, segnato dal futuro laziale Vecino: fu riempito di fischi e insulti. Gli stessi che lo accompagnano, da quel giorno, ogni volta che mette piede allo stadio Olimpico ed affronta i biancocelesti. I laziali non gli hanno mai rimproverato quel finale di avventura. Un comportamento che non è stato dimenticato neanche dalla società. Non è passata inosservata la sua assenza nel video preparato alla vigilia di Ajax-Lazio: il club ha interpellato alcuni tra i calciatori olandesi più rappresentativi, per ricordare la loro esperienza nella capitale. De Vrij non è stato preso in considerazione.
Cosa sia davvero successo nei minuti finali di quel Lazio-Inter sarà impossibile da sapere. La verità resterà per sempre nel cuore del calciatore. Ciò che è invece emerso, è che la sua avventura laziale iniziò con una piccola bugia da parte dell’allora Direttore Sportivo della Lazio Igli Tare. Per convincerlo a raggiungere la Lazio, il dirigente albanese fu costretto a ricorrere ad una sorta di piccolo escamotage, per nascondergli la verità.
Nel cuore della trattativa per il suo approdo a Roma (sul finire della stagione 2013-14), l’olandese chiede a Tare di poter venire a vedere una partita della Lazio all’Olimpico, per entrare in sintonia con il suo prossimo ambiente. Ma il club vive uno dei momenti più difficili della sua storia. La contestazione organizzata dalla Curva Nord dopo una stagione deludente (che portò all’esonero di Petkovic e al ritorno di Reja in panchina) spinse i tifosi a disertare l’Olimpico. Al grido di “Libera la Lazio”, le tribune dello stadio rimasero desolatamente vuote per diverse settimane. Tare aveva parlato a De Vrij di una Lazio sempre in corsa per obiettivi importanti e di un ambiente caldo. Un Olimpico desolatamente vuoto e un ambiente ostile non sono certo il miglior biglietto da visita da presentare ad un possibile nuovo acquisto.
De Vrij non vuole sentire ragioni. Il sabato gioca la sua gara con il Feyenoord e il lunedì, approfittando del posticipo del campionato, che vede la Lazio affrontare il Verona, vuole essere a Roma. Tare si trova con le spalle al muro, ma escogita un piccolo tranello: “Ti avverto che troverai poca gente. Roma è deserta. C’è stato il week end lungo del primo maggio e sono tutti in vacanza”. E’ una bugia a fin di bene. Un tentativo di giustificare un ambiente poco allettante. De Vrij non se ne preoccupa. Si innamora subito delle bellezze della capitale. Fa un primo giro del centro sportivo di Formello e alle 18.00 si presenta allo stadio (in gran segreto) per gustarsi la partita. “Te l’avevo detto che ci sarebbe stata poca gente” esordisce Tare. I pochi spettatori si scaldano con i gol e lo spettacolo sul campo. Lazio-Verona finisce 3-3. La Lazio passa due volte in vantaggio, si fa recuperare, va sotto a dieci minuti dalla fine, si procura un rigore al novantaduesimo, lo sbaglia, con Mauri, che però insacca sulla ribattuta del portiere. Un incredibile girandola di emozioni. De Vrij torna in Olanda con una convinzione: qui ci si può divertire. La bugia di Tare ha funzionato.