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Sei anni senza Felice Pulici: l’uomo Lazio per eccellenza!

Il sedici dicembre del 2018 ci lasciava Felice Pulici: giocatore, dirigente, legale: una vita passata al fianco della Lazio

Uno dei migliori portieri nella storia della Lazio. Il numero uno indiscusso della squadra più amata in oltre un secolo di storia. Un uomo che ha legato il suo nome a quello del club biancoceleste, avendolo rappresentato in oltre trent’anni e con ogni tipo di ruolo: portiere, direttore sportivo, direttore tecnico, responsabile del settore giovanile, accompagnatore degli arbitri, avvocato, responsabile dei rapporti con la tifoseria, uomo di rappresentanza e per un breve periodo, anche quello di presidente in pectore. Felice Pulici è uno dei personaggi più iconici e rappresentativi della Lazio.

Sei anni senza Felice Pulici: l’uomo Lazio per eccellenza! – Lalazio.com

Si è laureato campione d’Italia facendo parte di una squadra immortale: ha difeso i pali biancocelesti nei momenti esaltanti e in quelli difficili. Ha lasciato la Lazio per tornarci e regalare la sua esperienza in uno dei momenti più delicati. e poi, è rimasto decenni all’interno del club, vivendone ogni singolo momento. Ci ha lasciati sei anni fa: il 16 dicembre del 2018, arrivò la notizia della sua scomparsa. Un colpo difficile da digerire per chi lo ha frequentato e amato. e per tutti quelli che in questi anni lo hanno apprezzato.

L’arrivo alla Lazio e l’incontro con Maestrelli

La sua voce, i suoi modi di fare, sono entrati nelle case di tutti i laziali. Con il suo stile inconfondibile e il suo garbo, ha partecipato a trasmissioni televisive e radiofoniche, continuando in modo imperterrito a parlare della sua Lazio. La passione più grande della sua carriera. Una compagna di vita che ha caratterizzato le sue giornate. Felice Pulici  nasce a Sovico il 22 dicembre 1945, arrivò nella capitale tra mille dubbi e altrettante incertezze, ma riuscì in breve tempo ad affermarsi e a diventare un idolo della tifoseria. La sua vita è stata quasi interamente dedicata al calcio. Da piccolo papà Piero lo porta a vedere le partite del Monza. Il piccolo Felice si piazza dietro la porta e studia i movimenti del numero uno lombardo. Si innamora del ruolo del portiere. E’ affascinato da quella maglia nera, diversa da tutte le altre indossate dai suoi compagni e dal modo in cui dirige la difesa.

L’arrivo alla Lazio e l’incontro con Maestrelli – Lalazio.com

L’esordio in serie B arriva il 17 settembre 1967, nel match tra  Genoa e Lecco. A fine anno passa al Novara, in serie C. 15 presenze il primo anno, 21 il secondo, Pulici cresce allo stesso livello della squadra, che approda tra i cadetti. Nella stagione 71-72 incrocia il suo destino con quello della Lazio. Alla terza giornata d’andata Chinaglia e compagni gli segnano 5 goal, mentre nel match di ritorno si vendica, respingendo tutte le conclusioni laziali e difendendo il successo. A fine stagione le statistiche sono impietose: Pulici è il portiere più battuto della serie B e in due anni al Novara ha subito la bellezza di 79 goal. Quando la Lazio decide di acquistarlo, affidandogli il ruolo da titolare al posto di Bandoni (che la stagione precedente aveva ben figurato) molti restano delusi. Il giorno in cui va a Milano a firmare il contratto con la sua nuova squadra incrocia, all’ingresso dell’Hotel Gallia, sede del calciomercato, Tommaso Maestrelli. Il tecnico laziale lo prende sottobraccio e gli chiede di accompagnarlo fuori. “Accompagnami in un negozio che devo comprare un cinta. Mia moglie si è dimenticata di metterla in valigia”. In realtà è una scusa per conoscerlo e per studiarlo a fondo.

I due spogliatoi: quella volta che Gigi Martini…

Maestrelli e Pulici parlano due ore in maniera fitta. Felice gli confessa l’entusiasmo per la nuova avventura e le paure che lo attanagliano. Maestrelli lo rassicura, facendogli capire che dietro il suo ingaggio c’è stata la sua forte volontà di chiudere l’operazione. Il tecnico gli regala fiducia, ma probabilmente Felice non immagina in che razza di gruppo sta per entrare. A Roma, in attesa che la moglie Paola lo raggiunga, alloggia all’hotel Paisiello in compagnia di Luciano Re Cecconi e Mario Frustalupi. Nonostante il primo impatto laziale sia con loro, Felice decide di entrare nello spogliatoio di Chinaglia, Wilson e Oddi. I due gruppi, ben distinti, si dividono in due spogliatoi e danno vita e incredibili frizioni e siparietti degni della peggior vita da caserma.

I due spogliatoi: quella volta che Gigi Martini… – Lalazio.com

Una volta Felice resta di sasso. Al termine di un allenamento il portiere restò in campo per un lavoro specifico con Bob Lovati (vice di Maestrelli ed ex, grande numero uno laziale) e il suo vice Moriggi. Un supplemento di allenamento dedicato ai portieri. Era una giornata fredda, piovosa. Al termine della seduta Felice rientra nel suo spogliatoio inzuppato e pieno di fango, desideroso di buttarsi sotto la doccia calda. Quando entra però, trova dentro Gigi Martini. “Lui non poteva stare li. Era dell’altro gruppo”, ha ricordato in un’intervista”. Ma siccome nell’altro spogliatoio si era rotto il phon, Martini aveva pensato di utilizzare quello che si trovava nella stanza di fianco. E’ un affronto troppo grande. Martini ha violato la sacralità di uno dei due spogliatoi. Non può stare li. Pulici si sente responsabile. Stacca la spina del phon e guarda il compagno/avversario con aria di sfida. Di tutto punto Gigi Martini rompe una bottiglia di acqua minerale sul tavolo e avvicina i vetri alla gola del portiere, lasciandolo in tutti i sensi senza fiato. Sono attimi di paura, ma dopo poco Martini capisce di aver esagerato e se ne va.

Pulici, un uomo Lazio per eccellenza

L’indomani Maestrelli riuscirà, come al solito a riportare la calma, parlando con entrambi. Ma se a Tor Di Quinto l’ambiente è bollente, sul campo le cose vanno alla grande. Nelle prime uscite da laziale Pulici barcolla. In Coppa Italia subisce goal evitabili, alimentando le preoccupazioni di chi aveva avanzato dubbi sul suo ingaggio. Alla vigilia del campionato 72-73 chiama la moglie Paola, sconsgliandole di raggiungerlo a Roma. “Vedrai che se continua così mi vendono nel mercato di novembre”. Invece accade il contrario. L’esordio in campionato è contro l’Inter. E Pulici gioca un partitone. Per lui inizia una nuova vita. La più emozionante della sua carriera. Gioca 150 gare consecutive senza saltare un minuto, vince lo scudetto e si afferma come miglior portiere del campionato.

Pulici, un uomo Lazio per eccellenza – Lalazio.com

Una volta chiusa la carriera da calciatore torna a Roma e nella Lazio ricopre ogni tipo di ruolo: con un attaccamento e una devozione fuori dal normale. Laureato in Legge, fa parte anche del collegio legale che ha studiato la difesa del club durante il periodo di Calciopoli, ottenendo risultati straordinari. E’ l’ennesimo successo della sua carriera laziale. L’ultimo regalo al club con il quale ha legato il suo nome per tanti anni. E dal quale fu costretto, suo malgrado a staccarsi. Ma mai con il cuore e lo spirito. Felice resta e resterà per sempre, una delle figure più amate e iconiche del mondo biancoceleste. Un uomo Lazio per eccellenza!

Published by
Paolo Colantoni