Una trasferta diventata improvvisamente ancora più delicata e difficile dopo la pesante sconfitta contro l’Inter e gli ultimi precedenti spaventano l’ambiente biancoceleste
Giorno dopo giorno si cerca di metabolizzare la batosta contro i neroazzurri Campioni d’Italia in carica. A Formello, Baroni e il suo staff stanno cercando di capire cosa possa essere successo nel meccanismo perfetto che ha fatto andare a mille all’ora i suoi giocatori in questa prima metà di stagione sia in campionato sia in Europa League e sia in Coppa Italia. Gol, gioco spumeggiante, sfrontatezza e nessuna paura contro tutte le avversarie affrontate fino a quel fatale Monday night che ha di colpo azzerato tutte le certezze. E ora il calendario mette di fronte alla Lazio una trasferta diventata un tabù negli ultimi anni.
Sette punti nelle ultime quattro partite. Ecco il ruolino di marcia della squadra salentina con l’avvento di Marco Giampaolo sulla panchina al posto di Marco Gotti, che ha pagato i pochi risultati ottenuti in avvio di stagione e la posizione in classifica che cominciava a farsi preoccupante. Giampaolo, nel corso della sua carriera, ha spesso adottato il 4-3-1-2 come modulo di riferimento, ma il Lecce è stato costruito con una sola punta di peso e tanti esterni alti, ecco perchè il sistema di gioco impiegato in queste prime partite sulla panchina dei giallorossi è stato il 4-3-3.
Rialzare la testa subito
Ci sono momenti in cui ti senti invincibile e voli alto senza paura, cullando sogni e speranze che non credevi possibile neanche immaginare. Poi basta un click, un granello di sabbia nell’ingranaggio, un risultato inaspettato nelle proporzioni e si torna pesantemente sulla terra tra ansie e timori di non essere più all’altezza. La Lazio di Marco Baroni volava alta nel cielo del campionato in questa prima metà di stagione, tanto da provare a sfidare a viso aperto rivali che soltanto tre mesi fa si pensavano irraggiungibili, ma partita dopo partita, vittoria dopo vittoria, l’autostima e la consapevolezza di poter essere protagonisti ha fatto sognare in grande, prima di venire bruscamente risvegliati da un sonoro ceffone.
Brutto, inatteso, ma soprattutto umiliante. La trasferta di Lecce di sabato prossimo era considerata come una tappa intermedia tra partite molto importanti, d’alta classifica: Inter, Atalanta e il derby alla prima del 2025. Oggi, alla luce della batosta contro i neroazzurri, la partita allo stadio “Via del Mare” diventa fondamentale per continuare a credere in quello che è stata fino ad oggi questa stagione.
Brutti ricordi al “Via del Mare”
Ma Lecce-Lazio non è mai stata una trasferta agevole per i biancocelesti. I precedenti infatti fanno capire che sarà una partita vera e sofferta, basti pensare che l’ultimo successo della Lazio risale alla stagione 2011-12 con Edy Reja in panchina, e fu un 2-3 molto combattuto. Ma a destare preoccupazione sono gli ultimi tre incontri disputati nel Salento che hanno visto i giallorossi prevalere sempre con lo stesso risultato e sempre con le stese modalità. Tre precedenti che oggi mettono ancora più ansia e timore. Tre sconfitte, quella con Inzaghi nell’anno del Covid 2019-20, quando fino allo stop la Lazio sembrava lanciata verso uno scudetto pazzesco, due con Maurizio Sarri in panchina, la prima sul finire del girone d’andata della stagione 2022-23 e l’altra nella giornata d’apertura in pieno agosto nella stagione successiva, quella che poi culminerà proprio nell’esonero del tecnico toscano.
Tre volte 2-1 per il Lecce, tre partite dall’andamento incredibilmente identico, con i biancocelesti sempre in vantaggio in due occasioni con Ciro Immobile, che quando vedeva giallorosso timbrava con una regolarità impressionante, l’altra con il panterone Caicedo, ma mai in grado di portare a casa il risultato, anzi facendosi rimontare dai padroni di casa in maniera rocambolesca, a volte addirittura negli ultimi 5 minuti di partita. Insomma, una trasferta sempre difficile, diventata delicata dopo la sconfitta contro l’Inter. Uno stadio caldissimo che spinge i propri beniamini a non arrendersi mai, il vento come un fattore e una tradizione che adesso potrebbe pesare nella testa dei protagonisti.