Un impianto che non fa che alimentare sempre polemiche e battaglie politiche. Ed è proprio su questo campo che sta andando la situazione
Flaminio si o no? Una battaglia senza esclusioni di colpi, con due parti che stanno dullando per cercare di arrivare prima al traguardo. Da una parte la Roma Nuoto (anche se del progetto ne fanno parte tante altre aziende) e la Lazio con Claudio Lotito.
Da più parti si dice che Roma Nuoto è in vantaggio, ed è così, ma solo perché il loro progetto è stato presentato prima, già dal 2020, poi fermato e bocciato dal Comune, poi rimbrottato dal Tar, tanto che poi si è rimesso tutto in moto fino ai giorni nostri.
La Lazio l’iter l’ha appena cominciato anzi, tecnicamente ancora lo deve iniziare, anche se ha depositato quasi tutto, nonostante manchino delle piccole integrazioni tecniche e soprattutto il nome a cui dare la titolarità del progetto da portare avanti: SS Lazio oppure altri nominativi. Alla fine, Lotito, pur di non avere problemi di denominazione, lo titolerà alla SS Lazio. E fin tutto bene e abbastanza chiaro. La Roma Nuoto, dal canto suo, ha presentato la propria documentazione e terminato la Conferenza dei Servizi con pareri tutti positivi da parte dei tecnici che hanno supervisionato e controllato nel dettaglio tutto il progetto.
Naturalmente ci sono delle prescrizioni, ma questo è abbastanza normale. Di sicuro, l’iter di Roma Nuoto, almeno per quel che riguarda il discorso prettamente tecnico, è concluso. Per i tecnici che hanno visionato il progetto di Roma Nuoto appare sostenibile e fattibile.
C’è da dire che Roma nuoto ha presentato la propria proposta per riqualificare lo stadio Flaminio nel 2020, ma il Campidoglio fermò tutto, ma commise degli errori, tanto che Roma Nuoto si è rivolta al Tare che le ha dato non solo ragione, ma ha anche rimbrottato il Comune, obbligando immediatamente a riaprire e far ripartire la Conferenza dei Servizi.
La Roma Nuoto ha dovuto rivedere qualcosa nel progetto abbassando un po’ le pretese, includendo una parte calcistica che sarà dedicata al calcio femminile internazionale e di serie A e anche alla nazionale femminile, più le gare di Roma e Lazio femminili. Incluso in questo discorso anche l’Under21 e il rugby.
La Lazio, invece, ha appena depositato il tutto e sta per avviare l’iter, con la Roma Nuoto che adesso mette fretta al Comune, ma al tempo stesso Gualtieri e soci sono rimasti affascinati dal progetto di Lotito e attendono che inizi la Conferenza dei Servizi. Ma c’è anche un’altra battaglia che va fatta sul terreno politico. E lì Lotito ha qualche arma importante, non tanto perché è senatore quanto per alcune leggi che stanno per arrivare in Parlamento anzi, per la verità, si tratta d’integrazioni alla legge attuale sugli stadi e sui vincoli che potrebbero decadere oltre a snellire l’iter burocratico.
Un progetto sostenibile e fattibile, mentre quello della Lazio è ancora tutto da vedere e verificare. Adesso bisognerà vedere se questo progetto potrà avere o meno un interesse pubblico, ma è una decisione che spetta in modo esclusivo alla giunta di Roberto Gualtieri che potrebbe anche riunirsi nei prossimi giorni per decidere o meno su questa tematica. Una soluzione difficile da immaginare e che taglierebbe fuori la Lazio.
E’ più di una partita a scacchi, ma con Claudio Lotito che ha un asso nella manica e, un pezzo di governo dalla sua parte. Nella lettera d’intenti e nel progetto presentato, c’è l’integrazione di poter “allegarsi” e affrancarsi a Euro 2032, potendo avere anche dei contributi pubblici previsti dalla stessa legge.
In più nell’anno nuovo ci saranno diverse integrazioni alla legge sugli stadi che regola tuttora la materia, basterà che il Comune, proprietario del Flaminio, dia il via libera a far sì che anche il Flaminio possa far parte della ristrutturazione per gli stadi per Euro 2032 e sarà impossibile fermare l’iter, essendo di materia nazionale.