Il patron biancoceleste non demorde, ma rilancia: “Se l’iter andrà bene, la Lazio avrà presto il suo stadio”. Poi si sbilancia sulla data
La strada è tracciata, ora non resta che percorrerla cercando il più possibile di superare gli ostacoli che ci saranno dall’inizio, fino al termine della Conferenza dei servizi. Non mancheranno le polemiche, le integrazioni e le spiegazioni che Claudio Lotito dovrà dare ai tecnici che esamineranno la proposta della Lazio sul restyling dello stadio Flaminio.
Sarà senza dubbio una battaglia senza esclusioni di colpi, ma il patron della Lazio e senatore di Forza Italia non è uno che molla facilmente: “Non sono abituato a mettermi nei progetti che porto avanti così tanto per farlo, se lo faccio, vuol dire che sono convinto della bontà di quello che abbiamo in mente di fare, certo non dipende da noi, vediamo come va l’iter e cosa risponderanno gli organi preposti“.
Come in tutte le cose nelle quali si immette, il presidente biancoceleste e senatore di Forza Italia non intende mollare anzi si è messo a capo chino a studiare i documenti, ha coinvolto esperti del settore dell’urbanistica, dell’ambiente, dell’architettura, ingegneria ma anche ex dirigenti che hanno lavorato nell’amministrazione e che sanno come procedere nell’iter. Ha messo insieme una specie di task-force solo ed esclusivamente per il Flaminio.
E quando parla di questo progetto, quasi gli si illuminano gli occhi anche perché, e ci tiene a ribadirlo ogni volta, sottolineandolo anche a Lalazio.com che “è un impianto dove giocherà la Lazio, ma sarà uno stadio e un monumento per la città“. Già perché Lotito e la sua squadra di architetti e ingegneri non hanno trascurato tutto quello che c’è attorno allo stadio Flaminio, proponendo diverse migliorie per chi abita in quella zona e vicino allo stadio.
“Messo in piedi una cosa seria per il Flaminio”
Ci crede come poche altre volte nella sua vita, forse più di quello che ha fatto nel 2004 quando decise di acquistare la Lazio e di salvarla. “Vediamo quello che dicono gli organi preposti, adesso completeremo tutto, poi decideranno loro se va tutto bene“, chiosa Lotito sapendo quanto sia reale ed effettivo il lavoro che è stato svolto fino adesso.
“Se gli organi preposti daranno il via libera, diciamo entro e all’interno del 2025, e si avrà il definitivo via libera ad andare avanti e a iniziare, per vedere lo stadio Flaminio pronto, quindi con la Lazio che ci gioca, credo che ci vorranno tre anni, tre anni e mezzo per terminare tutto“, le parole di Claudio Lotito. Insomma, a sentire il presidente se non ci saranno intoppi (difficile che non ci siano ndr) il Flaminio potrebbe essere pronto nel 2028.
Lotito è fiducioso, il 13 dicembre è uscito dal Campidoglio dopo aver incontrato il Sindaco Gualtieri e l’assessore Onorato, con i due che, anche per loro stessa ammissione, colpiti da quanto hanno visto.
Ora non resta che completare la documentazione, integrarla e aspettare che si apra a tutti gli effetti la Conferenza dei servizi. Nel frattempo la Lazio e Lotito incassano l’entusiasmo del Campidoglio anche se seguono con una certa apprensione “politica” l’iter della Roma Nuoto e il possibile ok a interesse di pubblica utilità che può dare solo Gualtieri che, vista la situazione, potrebbe (eufemismo) attendere l’esito della documentazione della Lazio.