Da tempo l’allenatore cercava un successo simile. Lecce-Lazio è stata festeggiata a lungo dal tecnico biancoceleste. Il motivo…
“Queste partite le porti a casa solo se ci credi fino alla fine”. Esulta Marco Baroni al termine di Lecce-Lazio. Nella città in cui si è lanciato come calciatore e nella quale è stato protagonista di un vero e proprio capolavoro calcistico da tecnico, l’allenatore della Lazio festeggia un successo di un’importanza eccezionale.
Il 2-1 maturato allo stadio Via del Mare di Lecce è arrivato al termine di una partita sofferta, spigolosa, con occasioni gettate al vento e con qualche errore di troppo. Il successo di Lecce è arrivato nel finale, grazie ad un guizzo di Adam Marusic: il primo gol di un terzino dall’inizio della stagione. Per Baroni si tratta di una delle vittorie più sentite e sofferte. E per questo ancora più importanti.
Il tecnico era particolarmente soddisfatto al termine della sfida e non ha mascherato la sua gioia di fronte a telecamere e microfoni. Il motivo della sua enorme soddisfazione, che gli permette di guardare al futuro con un pizzico di tranquillità in più, si nasconde nelle pieghe di questa vittoria. Fino a ieri la sua Lazio era stata protagonista di numeri eccezionali, che lo stesso Baroni ha evidenziato: “Abbiamo vinto dieci gare in cinquantotto giorni”, ha ribadito con orgoglio davanti ai cronisti.
Nelle altre nove occasioni (ma potremmo allargare il numero considerando anche gli altri successi stagionali), la sua Lazio aveva sempre portato a casa il risultato al termine di partite stra dominate. dove aveva annichilito l’avversario e mostrando una superiorità mai messa in discussione. A Lecce, forse per la prima volta in stagione, è riuscita a portare a casa un successo sofferto. Al termine di un match in cui ha palesato delle difficoltà. In Salento la squadra è sembrata meno brillante del solito, soprattutto nella ripresa, quando è rimasta in superiorità. Ha preso un gol subendo una ripartenza in undici contro dieci e ha rischiato nel finale di prendere il pari per una lettura difensiva approssimativa. Ma ha vinto.
E lo ha fatto soffrendo: su un campo difficile, con un arbitro che non l’ha aiutata (fermare sempre il gioco quando i leccesi erano a terra e non subivano colpi alla testa è stato oggettivamente fastidioso e incomprensibile, al pari del mancato intervento su Coulibaly, che ha azzoppato il neo entrato Noslin) e nel giorno in cui molti big non l’hanno accompagnata (Nuno Tavares e Zaccagni su tutti). Ha vinto la classica partita da grande squadra. Quella che riesci a fare tua grazie alla forza e alla classe dei tuoi elementi.
Una vittoria (per risultato e modalità) non troppo distante da quella del Napoli sul campo del Genoa: Conte deve ringraziare il suo portiere Meret (autore di almeno quattro interventi super); Baroni, la voglia di vincere della sua squadra e un pizzico di fortuna. Ma il risultato non cambia: successi sporchi, prestigiosi, che portano punti fondamentali in classifica. “È stata una partita complicata, un po’ più sporca. Siamo meno brillanti – l’ammissione di Baroni – . Queste gare le porti a casa solo se ci credi. Sapevamo come avrebbe giocato il Lecce. La squadra ha cercato di mettere più qualità possibile, ma è normale sbagliare rifiniture e qualche passaggio. Nel secondo tempo abbiamo crossato tanto, 17 cross. È un gruppo che sta sul pezzo, lavora, ha mentalità. Faccio i complimenti alla squadra per la compattezza, stiamo lavorando bene, sono contento”. Una prova di maturità importante prima di un doppio impegno da brividi: prima l’Atalanta e poi la Roma; la prima in classifica e la stracittadina. Sfide dove la compattezza e la voglia di portare a casa il risultato visti a Lecce possono fare la differenza.